domenica 5 giugno 2011
«Il Comitato Nazionale di bioetica è "uno strumento necessario, presente in tutti i paesi occidentali", ma "è davvero utile solo se laico". Ne è convinto Carlo Flamigni, componente del Cnb [...] intervenuto all'incontro "Cnb: riformarlo o abolirlo? Contro il monopolio bioetico", organizzato dall'Associazione Luca Coscioni [...] Abbiamo sempre avuto una straordinaria e bulgara maggioranza cattolica». Così riferisce il quotidiano comunista Liberazione (mercoledì 1), rivelando nel prof. Flamigni quella che sembra una nostalgia delle vecchie "democrazie popolari" staliniane a un solo partito e qualche tendenza alle contraddizioni (niente «monopoli, solo laici»). In poche righe si notano: A) l'uso improprio del termine «laico» invece di laicista; B) l'accostamento alla «maggioranza cattolica» del concetto di «bulgara», cioè di totalitaria alla maniera comunista (ma, oltretutto, la Bulgaria è un Paese ortodosso); C) la dimenticanza totale dell'articolo 3 della Costituzione che vieta ogni "distinzione di sesso, di religione, di opinioni politiche...". La logica del professor Flamigni inciampa in qualche défaillance.

EUTANASIA PRATICA
«In Gran Bretagna l'eutanasia gestita dai medici di base»: è il titolo della notizia, che poi viene così valutata da Adriana Bazzi, medico e giornalista "grande firma" del Corriere della sera (giovedì 2): «È una soluzione pratica a un problema reale e l'ha decisa, senza tentennamenti di tipo etico, il Royal College of Practitioner d'accordo con il Royal College of Nursing, che riunisce gli infermieri: da qui in avanti i medici di famiglia inglesi (practitioner) chiederanno ai pazienti malati terminali di mettere per iscritto le loro volontà di fine vita [...] Gli inglesi, dunque, hanno anteposto la soluzione pratica al dibattito etico». È «quel che insegna la via inglese [...] Da noi una simile idea incontrerebbe ostacoli a non finire già all'interno della stessa classe medica». Che, tutto sommato, sembra, però, decisamente migliore di quella inglese, almeno sul piano della medicina ippocratica.

PLURALISMO SINGOLARE
Il pluralismo religioso in Italia è «assente», scrive Filippo Gentiloni su il Manifesto (domenica 29 maggio), perché «il cattolicesimo gode di una posizione di privilegio» mentre «le altre religioni continuano a mantenere una situazione di secondo piano a dir poco». I comunisti sono spesso deboli in democrazia. A Gentiloni dev'essere sfuggito che il cattolicesimo è, in Italia, una religione almeno di larghissima maggioranza, che nessuno vieta alle altre religioni di aprire le loro scuole (gli Ebrei l'hanno fatto), i loro ospedali (Ebrei e Valdesi), le loro chiese, sinagoghe, moschee, sale del Regno (tutte) eccetera. «Forse soltanto da oltretevere " auspica " può venire una vera e sincera accettazione del pluralismo». Debole anche in memoria, Gentiloni del Concilio non ricorda il decreto Nostra Ætate, dei Papi gli incontri con le Chiese orientali, l'evento di Assisi, la visita in sinagoga, il viaggio in Marocco, gli incontri con i musulmani, i documenti e i discorsi sulla libertà religiosa e, tanto per finire, del cardinale Tettamanzi la difesa del diritto alle moschee. Gentiloni, che proprio sul Manifesto parla dei cattolici come di «poco democratici e anche poco cristiani», sembra auspicare un pluralismo molto singolare. Al Vaticano non dovrebbe dare lezioni in questa materia.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: