sabato 25 marzo 2023
Giuseppe Gasparo Mezzofanti…Oggi a prima vista poco noto, ma poi leggi che già all’inizio del 1800 le vere “meraviglie” di un’Italia ancora “da fare” erano almeno 6: Antonio Canova, Gioacchino Rossini, Nicolò Paganini, la cantante Angelica Catalani, il poeta
Sgricci…e lui, Giuseppe Gaspare Mezzofanti. Trovo la sua vicenda, di recente, nella preziosa Rassegna Stampa degli “Incontri di fine settimana” di cui qui ho ricordato il fondatore, don Giacomini. Dunque Mezzofanti, in Italia tra ‘700 e ‘800 una delle meraviglie del tempo. Figlio di falegname, nasce il 19 settembre 1774 a Bologna e fino dall’infanzia manifesta una serie di capacità che hanno del prodigioso: memoria incredibile, raffinato orecchio musicale e soprattutto straordinaria capacità di apprendere le lingue straniere. Per una singolare coincidenza nasce l’anno successivo a quello in cui
(il 21 luglio 1773) Clemente XIV soppresse la Compagnia di Gesù, e perciò molti gesuiti di vari Paesi si dispersero anche in Italia. Per lui conoscerli e apprendere quasi immediatamente la loro lingua fu per tante volte cosa fatta, e l’elenco sarebbe di circa 100 lingue: le prime furono lo svedese, il tedesco, lo spagnolo e le lingue dei nativi americani, e il gesuita spagnolo Manuel Rodriguez gli insegnò il greco antico. Intanto il giovane Gaspare entra in Seminario, si laurea in filosofia e teologia e a 23 anni nel 1797 è ordinato prete, incaricato immediatamente della cattedra di ebraico, arabo, lingue orientali e greco all’Università di Bologna a 24 anni. Momenti tempestosi: quando Napoleone giunse in Italia
istituì la Repubblica Cisalpina e volle obbligare tutti i professori a giurare fedeltà: Mezzofanti rifiutò e fu costretto a dare lezioni private per mantenersi. La sua capacità incredibile, però, conquistò presto molti e lo stesso Napoleone nel 1806 lo invito ad andare a insegnare a Parigi. Il nostro rifiutò ancora, e la restaurazione dello Stato Pontificio consentì di riaffidargli la cattedra che di fatto mantenne fino al 1831. Finito? Macché! Nel 1814 Pio VII passando per Bologna lo invitò a Roma e gli propose l’ufficio di “Segretario di Propaganda”. Nuovo rifiuto, ma il successore Gregorio XVI gli rinnova l’invito per la nuova Propaganda Fide, tra missionari professori e alunni provenienti da ogni angolo della cattolicità. Fu l’occasione per apprendere ancora altre lingue, e tra tutte la più difficile fu quella cinese: gli costò 4 mesi di fatica che lo portarono a padroneggiare non solo la lingua mandarina, ma a capire anche gli altri dialetti cinesi, sbalordendo chiunque veniva in contatto con lui. Frattanto il nostro era stato creato cardinale il 12 febbraio 1838, e nominato Primo custode della Biblioteca Apostolica vaticana. Eccolo dunque permanentemente sempre sorprendente a Roma, dove morì a 74 anni nel 1849, sempre a servizio della gente, confessore e maestro spirituale. La sua tomba si trova alle pendici del Gianicolo nella chiesa di Sant’Onofrio in cima ad una strada stretta tutta in salita dove le auto passano per pochi centimetri. Per quella tomba seguirono anni di vicende tribolate anche per la curiosità di tanti che vollero ispezionare quel cervello trovandolo quasi intatto in quella sua tomba circondata dal mistero dei suoi “prodigi”. All’estero il suo nome fu presto già noto. Del resto da vivo era stato membro di numerose società scientifiche come l’Istituto delle lingue di Parigi, ovviamente membro della Pontificia Accademia Romana di archeologia e dell’Accademia della Crusca, e già subito accolto come membro dell’Accademia imperiale russa per la sua fondamentale conoscenza di quella lingua e fece parte dell’Accademia delle scienze di Pietroburgo, attuale Accademia russa delle Scienze. Oggi a lui da noi una preghiera per questo momento di guerra da quelle parti e un ricordo per i meriti scientifici. Ma considerando il suo nome, “Gaspare”, un pensiero anche al suo nome. Non fu un “Re mago”, Gaspare Mezzofanti, ma certo “magico” apparve davvero a chi ebbe la fortuna di conoscerlo. D’ora in poi ci siamo anche noi… © riproduzione riservata
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