martedì 9 maggio 2023
Accade che, per promuovere il nuovo libro di imminente pubblicazione di una scrittrice popolare, l’editore la faccia intervistare da un giornalista prestigioso sul più diffuso quotidiano italiano (due pagine) e conceda un’anticipazione al secondo più diffuso (altre due pagine). Il giorno dopo, altre due pagine di anticipazione su un quotidiano di più limitata diffusione e reazioni un po’ ovunque, tante... Fin qui tutto normale: sarebbe una riuscita operazione di marketing di routine. Senonché la scrittrice è Michela Murgia che nell’intervista ad Aldo Cazzullo sul “Corriere” (6/5) annuncia (titolo): «Mi restano mesi. Il tumore è al quarto stadio, non ho paura della morte». Stesso giorno, sulla “Repubblica”, accanto all’anticipazione del libro (“Tre ciotole”), il commento di Chiara Valerio: «La mia amica coraggiosa che racconta la morte». È chiaro che non è “tutto normale”. Il cancro, il tema della perdita, quello della morte: il tasso di drammaticità è altissimo. Il giorno dopo (7/5) fioccano messaggi e testimonianze. Annalisa Cuzzocrea sulla “Stampa” usa lo stesso termine caldo e intimo, “amica”, di Chiara Valerio: «La mia amica Murgia che svela la malattia con quella sua scelta così piena di luce». Luigi Manconi sulla “Repubblica”: «Michela e il male raccontato senza nascondersi». Fioccano i messaggi e sono tutti gentili, di vicinanza, di sostegno; anche da parte degli avversari storici, come nel titolo di “Libero”: «Giorgia e la scrittrice malata. Odiami ancora a lungo» (Murgia nell’intervista si augurava di non morire con i fascisti ancora al governo). Ne scrivono tutti: la “Verità” con un piede; il “Quotidiano nazionale” con un utile titolo didascalico al servizio di Chiara Di Clemente: «Noi, la malattia, l’eutanasia. Non più alieno ma “cancro gentile”. Murgia sdogana un altro fine vita»; il “Giornale” che precisa: «Gli auguri più belli da Meloni». Lucia Bellaspiga su “Avvenire” ricorda anche il tema della fede «per non essere sola».
Ignorano del tutto la vicenda il “Fatto”, il “Messaggero”, “Domani” – sue le due pagine di anticipazione del 7/5, poi più nulla – e il “Manifesto”, che una pagina intera preferisce dedicarla alla nuova edizione di un altro libro, L’essere e il nulla di Jean-Paul Sartre. Lo stesso “Domani” (8/5) dà una pagina a Norberto Bobbio. Ognuno sceglie di promuovere gli intellettuali preferiti e anche questo è il bello e la ricchezza, molteplice, della stampa italiana. © riproduzione riservata
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