martedì 15 marzo 2011
Occhi chiusi: giovedì alle 20, Tg de "La 7", non un secondo alla presentazione del libro di Benedetto XVI su Gesù, e venerdì su "Liberazione" neppure una riga. Occhi aperti e occhiali sbagliati, con fini opposti, nei titoli su "Repubblica" (11/3, p. 24) «Gesù non era un rivoluzionario, però separò religione e politica», e sul "Fatto" (p. 18) «Gesù non faceva politica», e curiosamente più in esteso su "Libero" con sommario ridicolizzante: «Benedetto XVI all'attacco dei teologi di sinistra che vogliono conciliare cristianesimo e comunismo" Cristo non era un rivoluzionario. Lottò contro la politicizzazione della fede». Su fronti in partenza opposti " e quel giorno è capitato a moltissimi giornali " tre redazioni riducono il libro alle miseriucce attuali della politica italiana. Per loro è ovvio che il Papa non ha pensato ad altro! Ci si mette anche, sempre su "Repubblica" (p. 24), il «filosofo laico» Bodei che vede nel libro «una lezione per atei devoti e gerarchie ecclesiastiche», e allora dichiara che «la Chiesa ha diritto a far sentire la sua voce, ma non a imporre i propri valori a chi non li condivide mediante accordi politici non sempre disinteressati». Con il libro non c'entra niente, ma la solita «dittatura delle convenienze» " bel termine inventato da Pigi Battista sul "Corsera" per altro argomento " attrae tutti. Ma Bodei fa poi peggio " lo dico con dispiacere " quando ricorda di essere un filosofo e annuncia che «la resurrezione di Gesù significa far passare il messaggio che ciascuno può risollevarsi e ricominciare da capo la propria vita». Al "filosofo" basta? Per fortuna nel libro c'è ben altro!
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