martedì 1 ottobre 2013
  Gli antichi filosofi della corrente stoica pensavano che le cose e le parole con le quali le indichiamo fossero la stessa cosa, o piuttosto fossero l'una all'altra strettamente congiunte in un solo vincolo. Così ritenevano che si possa conoscere meglio le cose del mondo se meglio comprendiamo le origini e la storia delle parole che le indicano. Ad escogitare le origini delle parole, che si chiamavano etimologie in greco, tramite la comparazione delle parole, gli stoici spesero fatica ma raramente ebbero risultati positivi e reali. Lo sa chi serba nella memoria il ricordo degli anni da giovani dedicati alla scuola: chi non sa che quelle famose etimologie varroniane talvolta (ma non sempre) sembravano risibili? Varrone indagava l'etimo delle parole, che in greco significa la verità della parola, perché ciò sembrava necessario a scoprire il vero dell'oggetto stesso: come ho detto cose e parole sembravano agli stoici essere una stessa cosa. È noto l'esempio spesso e da molti ripetuto: Varrone disse lucus a non lucendo (il bosco dalla mancanza di luce): il bosco, o per usare un altro termine la selva, ha preso questo nome perché lì non c'è alcuna luce. Ciò sembra ridicolo, ma in parte è vero, se solo togli l'avverbio «non». Il lucus infatti propriamente non indica tutta la selva che abbraccia molti alberi e che noi percorriamo con una certa ansietà perché non si può vedere il cielo e talvolta canticchiamo di nascosto mentre percorriamo i sentieri per recuperare fiducia. Il lucus è un luogo erboso nel cuore della selva dove rari sono gli alberi e torniamo a rivedere la luce e questo ci porta infine conforto. In questo luogo solevano erigere gli antichi viandanti degli altari accumulando sassi, quasi per ringraziare gli dèi di esser giunti vivi alla luce. Dunque pensiamo che si dica lucus a lucendo. A chi chieda come sappiamo per certo che cosa veramente lucus significhi, ciò che gli antichi ignoravano, risponderò che molto gli studi di latino si sono avvantaggiati dopo che nel XIX secolo conoscemmo bene le lingue che in India parlavano e scrivevano i dotti.
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