Il «Kaiser Requiem» di Joseph Fux e i drappeggi sonori del barocco
domenica 28 ottobre 2012
Per quasi 40 anni compositore di corte e Kapellmeister presso la Casa Imperiale Asburgica, Johann Joseph Fux (1660-1741) ha rappresentato una delle voci più autorevoli e significative (nonché oggi dimenticate) attive in epoca barocca.Affermato teorico (è suo il celebre trattato sull'arte del contrappunto Gradus ad Parnassum) nonché prolifico autore di musica vocale e strumentale, per il teatro e per la chiesa, nel 1720 il maestro austriaco scrisse il cosiddetto Kaiser Requiem a 5 voci per i funerali dell'imperatrice Eleonora (moglie di Leopoldo I); si tratta di un'opera di concezione e dimensioni imponenti, divenuta ben presto uno dei punti fermi del repertorio sacro nella vita musicale viennese del tempo – e un appuntamento fisso durante la celebrazione delle esequie di diversi membri della famiglia imperiale – in cui Fux è riuscito a dare vita a una sintesi vincente, combinando tra loro elementi del passato e di un presente carico di novità, alla luce di uno stylus mixtus dove convivono i dettami dell'antica tradizione polifonica e le "moderne" istanze della musica sacra concertante.È proprio questo l'ambito di riferimento sopra cui si gioca la nuova avventura interpretativa che segna il gradito ritorno discografico di Roland Wilson con gli ensemble Musica Fiata e La Capella Ducale, affiancati da un cast di cantanti solisti composto dai soprani Monika Mauch e Constanze Backes, il controtenore Alexander Schneider, il tenore Markus Brutscher e il basso Harry van der Kamp (cd pubblicato da Deutsche Harmonia Mundi e distribuito da Sony). Una sfida che richiede doti non comuni di equilibrio espressivo e narrativo, considerata la molteplicità di registri attraverso cui il Requiem Imperiale si sviluppa in una continua varietà ritmica e timbrica, di combinazioni vocali e strumentali, tra gli accenti melodrammatici del Dies Irae e i policromi drappeggi sonori del Miserere (aggiunto da Wilson come complemento ideale della partitura); o ancora nelle brevi e accorate invocazioni finali dell'Agnus Dei che, accompagnando verso l'eterno riposo le teste coronate di uno dei reami più ricchi e potenti del mondo, riaccendono la speranza universale di chiunque si rivolga al Signore confidando nella sua infinita misericordia.
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