giovedì 17 marzo 2005
Lupus leggero: ostentazioni, con o senza ridicolo annesso. L'altra sera il calciatore brasiliano Adriano ha segnato tre reti, e dopo la prima indicando il cielo ha mostrato una scritta sulla maglietta: "Filippesi 4:13". Allora? Allora ieri uno scompiglio. "Repubblica" (p.49) p.es. è drammatica: "il messaggio ha provocato movimenti tellurici in tribuna stampa, dove ci si è affannati a individuare l'interpretazione verosimile". Il titolo - col senno di poi - era "Con la Bibbia in zona gol"". Addirittura "movimenti tellurici"! Di che grado? Non detto, ma quello dell'ignoranza "in tribuna stampa" era molto alto. Era una semplice citazione del Nuovo Testamento. Effetti anche in Tv. Su Sky i commenti a fine partita erano tutto un vanto: "Noi sì che l'abbiamo trovata, la soluzione: è la Lettera quattro ai Filippesi, al numero 13!". Peccato che S. Paolo ai Filippesi abbia scritto una sola lettera! È la stampa, e anche la Tv, bellezza! Sempre in argomento "Bibbia", sempre leggero, c'è altro. Segnalate già qui, grandi manovre su "Repubblica" per una serie di volumi sulle religioni: annunci altisonanti di novità, di rivoluzione, di critica profonda al testo biblico messo sullo stesso piano di favole e leggende. Via dunque col vento della modernità scientifica che scopre tutti gli altarini! E poi? Poi ecco il testo biblico: ed è quello della Cei, Conferenza episcopale italiana. Ma come? La novità, la rivoluzione, la rivelazione delle favole, e poi serve la Cei, criticata magari - al solito - in altre pagine. Tutto è buono, quando serve? Ostentazioni non innocenti, più qualche "calcolo". I numeri sono sempre sbagliati"
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