domenica 7 dicembre 2003
Grande scoop sfumato, ma non del tutto. A "Repubblica" venerdì arriva una lettera da prima pagina sparata, contro Bossi e Co, firmata "Dio": chiede la condanna di Umberto Bossi...Ma "accà nisciuno è fesso", e dopo il falso del subcomandante sul "Manifesto" - visto ieri - nasce il sospetto: possibile che Dio scriva proprio a noi? L'idea sarebbe buona, ma non ci caschiamo. Cestino!!! Ora però chi mettiamo al posto di Dio? Idea! L'ultimo gioiello rapito al "Corsera", il Francesco Merlo, paladino di ogni libertà! Fatto! Ieri in prima di "Repubblica" Merlo firma da vice-Dio: "I colori di Dio tra i vescovi e Bossi". Ricicla un po' l'originale cestinato: Dio non è contento se qualcuno lo disprezza chiamando "bingo-bongo" una sua creatura! Ha proprio ragione, ma immedesimato nella parte di vice-Dio scrive sicuro che Dio "sorriderebbe di benevolenza se chi crede di rappresentarlo intervenisse contro il ministro Bossi e contro il Governo di cui fa parte fino al punto di maledire e di scomunicare". Ma sì, aggiunge - transfert perfetto - so che Dio non ama le scomuniche, però "non c'è migliore occasione di scomunica di questa". Tutti sanno che lui ce l'ha con la Chiesa per tre ragioni: potere, sesso e scienza. Troppo "potenti", i preti, e contro ogni libertà di sesso e scienza! Di più: ora i vescovi fanno persino "ingresso nelle manifestazioni di massa" e si trasformano in "politici agitati", con omelie che diventano "comizi funebri". Allusione chiara! E noi? Lo capiamo. In fondo chiede poco, il "laico" Merlo: una maledizioncina e una scomunichetta su Bossi e Governo. La "mente secolare" invoca impavida il "braccio religioso"! Che dire? Forse era meglio la bufala del Subcomandante Marcos.
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