domenica 28 agosto 2005
Autodifesa. Di recente qui scrivevo che a Rimini il presidente Pera, sostenendo che non dobbiamo diventare meticci, "ha detto che per accogliere con dignità i fratelli di altre culture dobbiamo stare attenti a conservare la nostra, con i suoi valori da proporre alla libertà di tutti". Un amico mi ha fatto notare che sulle parole del presidente del Senato solo monsignor Rino Fisichella, in Italia, la pensava come me, e martedì scorso, su "Liberazione", prima pagina, il direttore Piero Sansonetti, delicato fin dal titolo si chiedeva: ""forse Marcello Pera è totalmente idiota?" Furibondo con Pera anche Gad Lerner su "Repubblica". Per Ruggero Orfei su "Europa", poi, le idee di Pera sono del tutto opposte a quelle espresse dal Papa a Colonia. Che dire? Si tratta in sostanza di capire le parole di Pera e poi giudicarle, e certo mons. Fisichella, anche per il suo ruolo di "cappellano" del Parlamento, le conosce più di Sansonetti, Lerner e Orfei"E allora? Allora "meticcio" viene dal greco - "metà" e "oikos" - e può significare anche chi condivide la casa, o la patria, accogliendo in essa altri, e diversi. In questo senso siamo tutti meticci e lo dobbiamo essere, e il Cristianesimo lo è per essenza fin dall'inizio. Se negava questo, Pera era nel torto. Aveva ed ha ragione, invece, se per "meticcio" si intende uno che per accogliere uomini di altra cultura si priva della propria, e per fraternizzare con uomini di altre fedi butta via la sua. E in questo senso trovo insensati gli insulti e senza fondamento i furori e la pretesa inconciliabilità del suo pensiero con quello di Benedetto XVI a Colonia. Stop.
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