mercoledì 11 novembre 2009
Lucia Annunziata ("La Stampa", 9/11, p. 1: "Democratici e cristiani") scrive che negli Usa Nancy Pelosi, «madame Speaker», festeggia una grande vittoria del presidente " pur ancora da confermare " grazie a «un capolavoro" l'accordo tra Casa Bianca e Chiesa" ora strada maestra nei rapporti tra Obama e papa Benedetto». Infatti su richiesta dei vescovi americani si è curato che la «riforma (della sanità) non implicasse un indiretto via libera all'aborto fornendogli copertura medica», perché l'aborto non è visto come parte del diritto alla salute. Leggi e pensi che anche negli Usa i vescovi si comportano esattamente come quelli italiani, spendendosi per il bene comune, ma lì trovano ascolto e non si strilla all'ingerenza clericale e oscurantista. Forse " Malpelo ripete «forse» " la cosa può essere istruttiva per la politica italiana, che troppo spesso sull'aborto, ed altre questioni di vita e di morte, offre solo rigidezza di principio che blocca tutto, perché o porta sempre a scontro diretto con Chiesa e cattolici coerenti, o rende tutto fumoso e vago. È successo anche in recenti discorsi illustri pur volti al futuro. Sostiene Malpelo: ci pensi chi può sentirsi in causa, salvo che voglia ancora guerra senza «mediazione», e dunque a perdere. Altro spunto: ieri l'amico don Filippo Di Giacomo ("Unità", p. 15: «Se il cristiano insulta Maometto») ricorda agli estremisti in guerra di religione, sedicenti «cristiani», che l'islam (autentico) rispetta Cristo. E allora vale la pena di ricordare che le guerre ai crocifissi " anche se esaltate sull'"Unità" " non rispettano né cristiani, né musulmani. O è troppo difficile?
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