venerdì 17 settembre 2010
A tutti gli editorialisti conformisti che hanno brutalizzato i Calciatori Ribelli rei di aver minacciato uno sciopero, vorrei segnalare che sta arrivando di peggio; anzi, è arrivato: si chiama Zlatan Ibrahimovic, il ribelle per eccellenza, colui che non accetta di esser fatto a pezzi dai cosiddetti Opinionisti e ha il coraggio, la forza di prender parola e rispondere per le rime. Forse per questo godeva della stima di Mourinho. Forse per questo, paradossalmente, don Josè l'ha spedito a Barcellona. E non a Madrid, dove sapeva che avrebbe corso il rischio di ritrovarlo. Forse, anzi certamente per questo, Guardiola s'è liberato anzitempo del serbosvedese vagante, costringendo il Barça al peggior affare della sua storia recente con la svendita al Milan. Ibra lingua lunga (almeno quanto il piede numero 48 finito nella cosiddetta analisi tecnica di Arrigo Sacchi) ha vivacizzato il dopopartita Milan-Auxerre beccando l'ex profeta azzurro e milanista per le sue critiche d'attualità e per alcuni scritti dedicatigli durante la stagione barcellonese.
Sacchi, abituato come tutti gli opinionisti che si rispettano, a non essere contraddetto dopo avere inflitto dure lezioni a colleghi e pedatori, non ha gradito la "sgarbata" replica di Ibra (se volete divertirvi, trovate il tutto su "You Tube" e "Facebook") e gli ha dato del maleducato, spalleggiato dai giornalisti (?) presenti, subito solidali nell'attaccare il reprobo Zlatan che aveva osato abbattere il muro dell'ipocrisia e rispondere - magari esagerando nei toni, ma lui è un pedatore non un cesellatore di pensieri & parole - a chi aveva contribuito alla pubblica lapidazione (è di moda) dopo la fatal Cesena. Forse gli stessi che l'altra sera lo hanno prima esaltato eppoi "picchiato" per la sua irriguardosa esternazione, han fatto parte di quell'esercito di opinionisti che dopo la dolorosa caduta in Romagna, se la sono presa non solo con una squadra inetta e snervata ma soprattutto con lui, con l'Ibra Vagabondo, il bersaglio preferito dagli sparafucile della critica, naturalmente poi tornato in tutta fretta "Ibracadabra" dopo la doppietta inflitta all'Auxerre che ha azzerato anche le feroci critiche del primo tempo.
Capita anche a me, nei dibattiti televisivi, di esprimere pareri positivi o picchiar duro sui protagonisti del calcio, anche perché questo è da mezzo secolo il mio mestiere, ovvero fin da quando i critici dei giornali e radiotelevisivi non avevano bisogno di seconde penne e seconde voci per far conoscere il proprio parere. Ed è capitato anche a me - purtroppo raramente - di andare a sbattere in risposte al pepe che invitassero non alla rissa, naturalmente, ma allo scambio vivace di opposti pensieri.
In passato, sono stato invitato a star buonino da qualche capo tremarello che giurava di perdere ospiti per colpa mia; oggi spero tanto che lo scoop malandrino di Zlatan apra una nuova era: basta con le ormai insopportabili risse, largo al dibattito aperto, anche forte, non ipocrita. Sarebbe un risultato più importante, questo, per i calciatori sempre trattati da cretini o vagabondi, di quelli che s'aspettano dal minacciato sciopero. A proposito del quale darei uno spassionato consiglio al vecchio amico Campana: per evitare un altro tornado demagogico, la prossima volta invece di uno Sciopero annunci una Sosta Imprevista del Campionato. Sic!
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