giovedì 7 luglio 2022
Nei titoli, che detestano sfumature, condizionali e interrogativi, ritroviamo il distillato delle testate. Così accade con quelli sulla Cei che ancora una volta si mostra favorevole a una riforma inclusiva sulla cittadinanza: «Vescovi schierati per lo ius scholae» (Repubblica”, 3/7); «L'assist dei vescovi» (“Giornale”, 3/7); «I vescovi vanno a scuola con il Pd» (“Libero”, 3/7) in un'irresistibile escalation. Meglio leggersi l'intervista di Fabrizio Caccia a Pier Ferdinando Casini (“Corriere”, 4/7), che ha memoria e la rinfresca agli smemorati: «Vent'anni fa ero presidente della Camera, eletto da una maggioranza di centrodestra. E in più occasioni feci dichiarazioni a favore dello Ius soli, ma non ricordo nessuna polemica contro di me, neppure da parte di quello che allora si chiamava Polo delle Libertà». Conclusione: «È tempo di costruire assieme un destino, noi e questi ragazzi che sono ormai italiani, anche se hanno la pelle di un colore diverso». Ah, la memoria. Ricordate gli alpini messi nel tritacarne a Rimini per parole e gesti presunti di alcuni? Ieri la condanna di tanti e la richiesta di chiarezza di molti altri dopo la denuncia
di “Non una di meno”, oggi una richiesta di archiviazione. Deciderà il giudice. Dà gran rilievo in prima pagina solo il “Giornale” (6/7), ma per rilanciare lo scontro: «Gli unici molestati sono stati gli alpini». Ne avevamo bisogno? Meglio finire sorridendo. Chi è senza refuso scagli la prima tastiera. Ma qui di refusi, lapsus o raptus ce ne sono ben due in una sola riga della didascalia alla foto di gruppo del G7 (“Repubblica”, 27/6): «Da sinistra, Draghi, von der Leyen, Bush, Scholz, Johnson Trudeau, Kishida, Macron, Michel». Dopo Johnson manca una virgola, necessaria per non evocare un premier a due teste anglo-canadese; e il presidente Usa, apprendiamo non senza sconcerto, da trent'anni è sempre lui, Bush sr e jr. Un complotto.
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