Un gruppo di nonne volontarie che insegnano a 21 ragazzi autistici le ricette delle paste emiliane. Strichetti, garganelli, tagliatelle, ravioli, tortelloni e tortellini. Succede alla periferia di Modena, nella scuola di Cognento che ospita il laboratorio socio-occupazionale "Il Tortellante". A realizzarlo è l'associazione Aut Aut, formata da una settantina di famiglie con figli autistici, che ha coinvolto in particolare le nonne volontarie.«Spesso – dice la presidente Erika Coppello – sono in difficoltà nel rapporto con questi nipoti particolari». Tramandare i segreti del tortellino può aiutare: «La loro predisposizione al perfezionismo, l'abitudine a disporre tutto per file e l'inclinazione alle attività ripetitive – spiega Coppello, che ha un figlio sedicenne autistico – si rivelano punti di forza, perché fare la pasta è un lavoro metodico, continuativo e, appunto, ripetitivo». Così tra i ragazzi c'è chi prepara le palline di ripieno, chi chiude i tortellini e chi gira la manovella della macchina per tirare la pasta. La "catena di solidarietà" attorno al Tortellante ha contagiato lo chef stellato Massimo Bottura, che è uno sponsor dell'iniziativa, alcuni negozi della zona e l'associazione dei macellai di Modena, che ha donato grembiuli e cappellini e garantisce il ripieno per i tortellini ogni settimana. Per ora le paste vengono portate a casa dai ragazzi, ma l'obiettivo è che le competenze acquisite diventino un lavoro. "Cosa succederà dopo di noi" è infatti la domanda che accomuna molti genitori dei giovani autistici. Attività che sviluppino l'autonomia del ragazzo e inserimenti professionali sono una risposta importante.
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