sabato 20 aprile 2019

Gli ultimi casi noti sono quelli della "Screen Sud" di Acerra e della (ex) "TMM" di Pontedera. Prima il fallimento aziendale: un patrimonio industriale rischia di andare in fumo, trascinando nella disperazione decine di lavoratori lasciati a casa. Poi il "miracolo del lavoro": imprese acquistate dai propri lavoratori grazie ad operazioni di "workers by out", in cui gli ex dipendenti decidono di utilizzare il Tfr o altre risorse proprie per rilevare l’azienda fallita. Facendo così rinascere l’impresa e insieme il proprio posto di lavoro, grazie ad incentivi statali e regionali e al supporto tecnico e finanziario del settore cooperativo.

Questo fenomeno ha conosciuto numerosi casi di successo negli Stati Uniti, dove nel 1994 la compagnia aerea United Airlines venne rilevata da una parte dei propri dipendenti, e in Argentina nel periodo successivo alla grande crisi da svalutazione del pesos nel 2001. A seguito della Grande Crisi del 2008, il workers by out si è diffuso anche in Europa.

In Italia il fenomeno ha, in realtà, radici antiche: già nel 1985 venne infatti riconosciuto e supportato dalla Legge Marcora, che creò la società CFI ("Cooperazione e Finanza Impresa"), partecipata dal ministero dello Sviluppo economico, a sostegno di queste operazioni. Nel nostro Paese i casi di acquisizione di aziende in crisi da parte dei lavoratori si concentrano storicamente in Toscana ed Emilia Romagna, grazie alla particolare diffusione in queste regioni delle cooperative, ma esistono esempi significativi anche in Lombardia e nel Meridione. Dal 1986 al 2018 le operazioni di workers by out finanziate da CFI sono state 226, hanno coinvolto circa 7.500 lavoratori e interessato principalmente le piccole imprese (tra 10 e 49 dipendenti) del settore manifatturiero.

Il "workers by out" è uno strumento prezioso sul piano economico: la percentuale dei fallimenti è modesta, meno del 15 per cento a dieci anni dal finanziamento. Ma è soprattutto un modo per creare esperienze ricche di valori sociali e morali: la capacità di reagire ad una situazione difficile con i propri mezzi e con i propri talenti, senza attendere aiuti da altri, la voglia di farlo non in solitudine ma con un progetto comunitario (mediante la costituzione della cooperativa che rileva l’azienda in crisi), il desiderio di diventare imprenditori di se stessi, la convinzione di puntare tutto sul proprio lavoro. Esperienze e valori di cui si parla troppo poco nel nostro Paese, che rappresentano una forma d’ossigeno per l’economia e la società.
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