sabato 9 aprile 2011
Quando i selvaggi della Louisiana vogliono un frutto, tagliano alla base l'albero e raccolgono il frutto. Ecco il governo dispotico.

Ero ancora a Milano, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, e un amico "laico", che era anche un alto funzionario dello Stato, mi regalò una delle prime edizioni dello Spirito delle leggi che il celebre Montesquieu pubblicò nel 1748. Il trasloco a Roma aveva disperso questo libro tra altri volumi, ma negli scorsi giorni è riapparso in un angolo della mia biblioteca. L'ho sfogliato e mi sono imbattuto in questa osservazione folgorante nella sua drammatica semplicità e verità, presente nel libro V, capitolo XIII di quest'opera che dette il via alla distinzione fra i tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario), distinzione che si fatica ancora oggi qui da noi a rispettare.
Io, però, non vorrei applicare questa metafora alla politica, come si ha nell'originale, ma a una triste qualità che alligna non tanto nei selvaggi della Louisiana, quanto nei civilizzatissimi abitanti delle moderne città. Si tratta dell'ottusità insita nell'egoismo e nella prepotenza. Pensate un po' ai danni colossali che vengono causati nell'ambiente ove vivono molte persone per ottenere un vantaggio privato di pochi. È anche questa una battuta (per la precisione è dell'autore settecentesco francese Nicolas de Chamfort), eppure rivela la stessa verità: «Di un uomo molto egoista si potrebbe dire: "Brucerebbe la vostra casa per cuocersi due uova!"». Quando l'egocentrismo si sposa con la tracotanza arrogante, non è solo a cedere la morale o la decenza, ma è la stessa logica a essere calpestata.
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