domenica 18 agosto 2013
Dei kazari si occupò anche Arthur Koestler in un suo libro famoso, La tredicesima tribù. Che fine avevano fatto i kazari dopo la loro sconfitta? Si chiede. Koestler riprende una controversa teoria che fa derivare almeno in parte gli ebrei ashkenaziti proprio dalla dissoluzione del regno dei kazari. Di quanta parte si trattasse, è tema ancor più controverso. Che una parte dei kazari si siano volti ad Occidente, approdando in Polonia, dove a partire dal Cinquecento ci fu un forte aumento della popolazione ebraica, è possibile. Meno probabile che essi siano approdati nella Germania renana, dove il fiorire delle comunità ashkenazite è già della fine del primo millennio. Ciò che affascina uno scrittore anticonformista come Koestler è il paradosso che ne deriverebbe: che gli ebrei ashkenaziti potessero essere di origine non semitica, ma “indoeuropea”, per usare un termine controverso, che non fossero ebrei in origine ma convertiti all'ebraismo. Se fosse vero, quegli ebrei orientali che Hitler, in nome della razza, sterminò in Polonia durante la Shoah avrebbero avuto prevalentemente un'origine ariana, non semitica. L'ipotesi è paradossale e certo eccessiva, ma apre possibilità inesplorate di cogliere le stranezze e le bizzarrie della storia.
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