sabato 1 novembre 2003
Giovedì "Repubblica", pagina "Mondo" con titolone: "Smith lascia, travolto dallo scandalo". Sospiro di sollievo. Un agitatore, e tanti guai in meno. Rileggi e ti accorgi che no: si tratta di Duncan Smith, "leader dei conservatori britannici". Adel Smith da Ofena non molla. Vogliamo mollarlo noi? Viene da ridere se i Vespa o i Costanzo lo rimproverano aspri, in trasmissione: "Non le consento!!!"" Ma perché l'hanno invitato? Non sapevano chi era e che argomenti porta? A proposito, ieri ho contato 44 articoli, sui principali giornali, che partono da questo Smith, e le agenzie informavano che ad Ofena la strada in cui abita, ancora senza nome, sarà chiamata "Via del Crocifisso". La mettiamo sul ridere? Va bene, ma fino ad un certo punto, e con una osservazione per chiudere. Certi giornali sono pieni di discorsi sul fatto che sì, è una provocazione quella di questo Smith, ma perbacco, si tratta anche di "una questione di principio", di "una questione di parità", di "una questione di diritti umani". Già. Solo ieri sul "Manifesto" quattro articoli più o meno indignati in difesa dell'ordinanza di sfratto al Crocifisso, su "Repubblica" cinque, sull' "Unità" tre o quattro, su "Liberazione" due. Quella di Ofena è una questione di principio? Giusto! Però uno pensa che in Cina un miliardo e 200 milioni di persone nel campo dei diritti umani mancano di parecchie libertà, certo di quella di coscienza e di religione, e allora conclude sicuro: domattina una cascata di articoli in tema, su "Repubblica", "Manifesto", "Unità" e "Liberazione"! Sicuro?
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