martedì 1 novembre 2011
  «Le auguro pensieri buoni, non necessariamente intelligenti, e quella dignità che l’acqua non cancella». «Le auguro una vita di pace…e che possa essere buono e comprensivo con tutti gli esseri umani che ne hanno bisogno». Queste parole le scrisse a un suo corrispondente un grande filosofo, un genio: Ludwig Wittgenstein. Quand’era più giovane, però, Wittgenstein aveva fatto altro. Dopo aver dato in beneficenza tutto il cospicuo patrimonio lasciatogli dal padre, aveva fatto il maestro elementare per sei anni ai bambini poveri di tre sperduti villaggi nella bassa Austria. Erano gli Anni 20 del secolo scorso. Aiutava come poteva quei bambini, i quali gli portavano da mangiare e gli davano un litro di latte al giorno. Il maestro confezionò per loro anche un vocabolario, che conteneva tutte le parole di uso comune nella vita quotidiana. Lo fece perché imparassero l’utile impiego di quelle parole importanti per esprimersi e la loro correttezza ortografica. Gli scritti di Wittgenstein sono pieni di pensieri profondi e intelligenti. Fu severo con i suoi alunni prima, e con i suoi studenti universitari poi, nella ricerca degli errori e della verità. Ma evidentemente nella vita, per lui, i pensieri intelligenti non bastavano se non si accompagnavano anche a dei pensieri buoni. Mi sembra una bella lezione da praticare nelle nostre aule scolastiche. Con i bambini dobbiamo essere esigenti. Dobbiamo esortarli a fare ogni sforzo perché mettano a frutto la loro intelligenza, perché non si accontentino di essere superficiali e approssimativi. Quando si è onesti con se stessi, non bisogna aver paura di farsi male: era un’altra convinzione di Wittgenstein. E tuttavia, le aule non devono diventare arene in cui ciò che conta è solo la competizione, l’essere ad ogni costo più bravo di un altro, da superare come in una gara in cui c’è chi vince e chi perde. Le gare bisogna farle solo con se stessi. Con gli altri dev’esserci confronto e collaborazione. Ma per far questo, oltre ai pensieri intelligenti, ci vogliono anche i pensieri buoni. E cioè il rispetto per i compagni, la disponibilità ad aiutare, a sostenere, a cercare insieme. Però bisogna imparare subito, da piccoli, quando la mente è meno zavorrata dai pregiudizi. Forse era anche per questo che Wittgenstein, un uomo di genio, ma amante dell’umanità, era orgoglioso di fare il maestro elementare.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: