giovedì 21 luglio 2022
Fa davvero tanto caldo. È un'estate calda quanto quella in cui, nel 1967, Giovannino Guareschi ambienta il racconto "La calda estate del Pestifero", grazie alla quale viene accostato da Massimo Novelli ("Fatto", 18/7) agli amici di Greta Thunberg (l'epiteto usato è quello dispregiativo che il direttore di questo giornale non vuol vedere neanche per sbaglio…). Chissà come l'ha presa, lassù, Guareschi. Che per Novelli è un ecologista ante-litteram che «aveva capito tutto». Fa caldissimo anche nelle Isole britanniche ma i cappelloni di pelliccia delle guardie della Regina restano a riscaldare i militari prossimi allo svenimento, dissetati dai passanti. L'episodio fornisce l'estro a Massimo Gramellini ("Corriere", 19/7) per una riflessione sulla nostra incapacità di reagire al cambiamento. Fa caldissimo. Ci scappa una parolaccia? Daniela Mastromattei ("Libero", 18/7) affastella studi e ricerche e trattati che dimostrano quanto le parolacce facciano bene, purché siano raffinate, poffarbacco. Fa caldo e a scaldarsi sono gli omini del calciobalilla, restituiti alla libertà dopo l'inatteso rischio di finire classificati come complici d'azzardo. Da leggere la bella pagina dello "Speciale economia" della "Stampa" (19/7) che racconta come in Italia i primi costruttori di calciobalilla (calcetto, calcino...) siano stati nel 1949 i cassamortari di Alessandria, città che ospita tuttora la Garlando, big mondiale del settore. Il caldo non può essere una scusa per distrarci e non notare che il libro "Artisti della sopravvivenza" di Hans Magnus Enzensberger conta due recensioni recenti, di Massimiliano Parente sul "Giornale" (7/7) e di Claudio Magris sul "Corriere" (19/7). Arriva nettamente primo Parente ma, a leggere i due, anche i libri sembrano due: una feroce stroncatura di scrittori del 900 per Parente, toni assai più sfumati, e "correzioni" su D'Annunzio, per Magris. Se non facesse così caldo bisognerebbe pretendere un duello. O un triello, con il fantasma di Hans Magnus. Come arma, la stilografica.
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