La sua imponente eredità patrimonio ancora vivo
sabato 3 settembre 2022
Guidare la Chiesa significa prendersi cura della vita delle comunità al loro interno ma anche nella loro relazione con il mondo. Questo impegno a 360 gradi caratterizzò l'opera e l'impegno di san Greogorio I, detto Magno, Papa e dottore della Chiesa, la cui eredità vive ancora in molti aspetti della vita ecclesiale odierna. Il suo ministero fu una saggia tessitura tra impegno pastorale, sostegno della missione e cura della liturgia, tre dimensioni che da sempre si compenetrano nell'attività della comunità dei credenti. Era nato attorno al 540 dalla famiglia senatoriale degli Anici; scelto come prefetto di Roma, preferì la vita monastica. Fu Pontefice dal 3 settembre 590, succedendo a Papa Pelagio II, fino al 12 marzo 604: nonostante la salute fragile, seppe amministrare con saggezza e determinazione, impegnandosi anche nella "politica estera". A lui si deve il nucleo di quello che diventerà il Messale Romano. Non solo: si dedicò anche alla riorganizzazione della liturgia romana, mettendo ordine alle fonti anteriori e redigendo nuovi testi, oltre che promuovendo il canto liturgico che da lui prese il nome di "gregoriano".
Altri santi. San Crodegango di Seez, vescovo (VIII sec.); beata Brigida di Gesù Morello, religiosa (1610-1679).
Letture. Romano. 1Cor 4,6-15; Sal 144; Lc 6,1-5.
Ambrosiano. Dt 11,1-8a; Sal 98 (99); 1Tm 6,11b-16; Gv 14,21-24.
Bizantino. 1Cor 2,6-9; Mt 22,15-22.
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