sabato 2 aprile 2022
Per fortuna, mentre intere pagine vengono sciaguratamente divorate da una preside di liceo romana, assunta suo malgrado ai disonori della cronaca, una nobile pattuglia di donne recupera spazio e s'impone per genio, gentilezza e nobiltà d'animo. Per fortuna i quotidiani non si dimenticano di Maria Romana De Gasperi. La ricordano (31/3) Massimo Gramellini e Aldo Cazzullo sul “Corriere”, Simonetta Fiori sulla “Repubblica” e Simonetta Sciandivasci sulla “Stampa”, tutti con toni ammirati. Una donna senza ombre, la figlia del grande Alcide. Certo, ricordarlo solo per il suo progetto (fallito) di un esercito europeo, come fa Gramellini, è fuorviante, anche se d'attualità. Dubitiamo che Maria Romana avrebbe gradito. Meglio l'ampio profilo di Cazzullo (quasi una pagina intera, come la preside!): la figlia fu segretaria del padre per tutta la vita, gratis: «De Gasperi riteneva che in famiglia non potesse esserci più di uno stipendio pubblico; così le passava qualcosa del suo. Era insomma un'italiana d'altri tempi». Era «la figlia della Repubblica», nel titolo del servizio di Simonetta Fiori. Per quanto si schermisse, «era consapevole di aver esercitato un ruolo civile importante, infaticabile coltivatrice della memoria storica del Novecento. Tra le figlie della Repubblica, è stata quella che più s'è spesa per la difesa del patrimonio politico e ideale del padre, uno dei grandi statisti del XX secolo. E fino alla fine, nella rubrica di “Avvenire”, l'ha ricordato con rimpianto». Simonetta Scandivasci la ricorda «partigiana, politica, intellettuale europeista» in una pagina aperta da Mirella Serri su Fida Stinchi, madre di Aldo Moro, altra donna notevole, come tutte le “Donne nella storia”, la serie del “Messaggero”; o Gemma Calabresi Milite nel servizio di Stefano Zurlo sul “Giornale”. Donne da raccontare, con generosità di spazio.
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