venerdì 13 settembre 2019
Il primo refrain della canzone potrebbe sembrare presuntuoso. «Ti giuro che io sarò qualcuno, com'è vero che c'è più tra zero e uno che non tra uno e cento: e uno è quello che cammina sulla luna, sa rovesciare un trono, sa essere …Un grand'uomo!». Ma ad ascoltarlo bene, in realtà, il brano parte da una confessione: fatta da un figlio ormai adulto a un padre, e sincera come non mai. «Anch'io l'ho avuta, l'età in cui si pensa di poter cambiare il mondo… E un figlio ama sempre un padre, ma lo fa mentre lo giudica e, quasi mai, perdona; finché gli scopre il segno di una lacrima, e per la prima volta vede una persona…». Poi il ragionamento del testo si ribalta ancora. Facendosi sprone da parte del figlio di ieri, oggi anch'egli padre, verso un nuovo figlio: il proprio. «Figlio mio, la vita è più una lotta che una danza: ma non fermarti mai. Quel che dai di te, mai niente te lo porterà più via; e se non credi sempre in me, fa' che io creda sempre in te… E ti giuro che tu, sarai qualcuno! Se io non sono stato, allora cerca tu, di essere un grand'uomo…». Sono canzoni complesse ma importanti, quelle in cui il processo del pensiero scava nel profondo del nostro crescere e fruga tra le pieghe della nostra umanità. E ce ne sono molte, di canzoni così, a firma di Claudio Baglioni.
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