giovedì 15 dicembre 2016
«Dietro il codice a barre... libera lo schiavo». Nome curioso per un progetto ambizioso messo in cantiere grazie alla collaborazione di vari uffici della diocesi di Rossano-Cariati: Migrantes, Caritas, Pastorale del Lavoro e Insegnamento della religione cattolica. Tutti coinvolti in un iter aperto da Caritas Italiana e affiancati dalle associazioni locali "Rùskia" e "Tenda e Fraternità Giovanni Paolo II". Assieme hanno lavorato per sensibilizzare gli studenti di otto scuole su temi che rappresentano ferite aperte sul territorio ma spesso sono trascurati se non addirittura ignorati dalla popolazione.
Dalla piaga caporalato che ogni mattina all'alba conta decine di furgoni carichi di braccianti quasi sempre sfruttati e malpagati, alla prostituzione con centinaia di giovani costrette dalla malavita e dagli sfruttatori a vendere il loro corpo sulle strade della Sibaritide e dell'entroterra, in un clima di diffusa indifferenza.
Ragazzi, volontari e docenti si sono confrontati per prendere consapevolezza e guardare in faccia discriminazione, illegalità, isolamento, identità, costrizione, consumo responsabile, consenso, mancanza di autonomia, giustizia sociale e molto altro. Attraverso il "cooperative learning", (l'apprendimento cooperativo come metodologia complessiva di gestione della classe) i formatori/educatori hanno riflettuto con gli studenti sull'importanza dell'ascolto interiore: conoscere la realtà, a cominciare da se stessi, per diventare cittadini consapevoli, quando, presto, saranno adulti e dovranno fare anche e soprattutto scelte etiche.
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