martedì 5 aprile 2011
Un «insegnante di religione» scrive ad Augias ("Repubblica", 31 marzo, p. 34: «Gli immigrati, la Chiesa e l'Ici») sull'immigrazione: «la Chiesa interviene con inviti e appelli a solidarietà e accoglienza», ma in passato «non sempre si è fatta sentire» e il cardinal Bagnasco dice che è «problema di tutta l'Europa», ma lo è anche di «tutta la Chiesa» e «il Vaticano dovrebbe mettere a disposizione" le centinaia di immobili sfitti" su cui tra l'altro" non paga l'imposta comunale». E Augias? È «contento che un insegnante di religione abbia scritto una lettera del genere» che «riscatta un'intera categoria». E il Vaticano apra «conventi, case e ville e seminari per accogliere i migranti" Tanto più che oggi la Chiesa gode di un'esenzione fiscale sugli immobili che non è sempre (quasi mai?) giustificata dalla reale destinazione». Domanda: il professore è contento dell'ironia sull'«intera categoria»? Non ricorda, poi, gente di Chiesa di ieri e di oggi come santa Francesca Cabrini e il beato Giovanni Battista Scalabrini: intere vite donate agli immigrati con frutti che non finiscono? Quanto ad Augias: se informato, dovrebbe sapere che la Chiesa paga l'Ici su tutti gli immobili sfitti, e l'esenzione vale solo per quelli utilizzati «esclusivamente» per finalità sociali. Per i disinformati: è la stessa esenzione che hanno sindacati, partiti e coop varie! E inoltre: se l'immobile anche in parte è utilizzato con finalità non sociali e dato in affitto, l'Ici è pagata sull'intero. Infine: sabato in tante pagine, per esempio "Il Fatto", p. 2: «La Cei: 2.500 posti"» per gli immigrati. Augias ne informerà i lettori, e magari il "prof" del «riscatto» per l'intera categoria?
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