sabato 24 giugno 2023
La maturità 2023 è di destra, di sinistra o neutra? La domanda potrà apparire sciocca, specialmente ai fan del Giorgio Gaber di “Destra-sinistra” che nel remoto 1994 cantava: «È evidente che la gente è poco seria / quando parla di sinistra o destra»; ma va presa sul serio se i quotidiani, all’indomani della prima prova della maturità, scrivono cose di questo tenore. “Stampa” (22/6): «Tracce nazionali, l’impronta della destra nella maturità». “Repubblica” (22/6): la maturità «Ha il timbro del nuovo governo. L’ossessione per la nazione si fa sentire» (Paolo Di Paolo). “Domani” (22/6): «Anche la maturità diventa un’arma per la controegemonia di destra» e ancora, con Christian Raimo: «Un paternalismo insistito che ha come chiave di lettura dei processi sociali un’etica da anni Cinquanta»; peraltro lo stesso “Domani” affida a Gianfranco Pellegrino un pezzo di diverso sapore: «Il senso della nazione di Chabod (storico presente in una delle tracce, ndr) è più forte delle ideologie». Pellegrino ricorda che per Chabod «la nazione è sentita non come valore esclusivistico, a danno altrui, anzi, come mezzo per accordarsi e procedere innanzi con gli altri». Sul “Corriere” (22/6) Aldo Cazzullo avverte: «Ma le tracce non sono sovraniste»; verrebbe da sospettarlo però leggendo il titolo di “Libero” (22/6): «Maturità senza gay e migranti. La sinistra sclera e pretesta». Il giorno dopo (ieri, 23/6) levata di scudi contro la decisione della scuola di Rovigo che ha promosso con il 9 in condotta gli studenti che hanno sparato pallini in faccia alla prof mettendo in rete la scena. Ironia con Massimo Gramellini sul “Corriere”: «Mi è stato spiegato che i professori non hanno abbassato troppo il voto per non rovinare la media ai due ragazzi. E io, ingenuo, che bisognasse abbassarglielo di più proprio per rovinargliela». Sulla “Repubblica” Vera Mantengoli intervista la prof, Maria Cristina Finatti, affranta: «E nessuno mi ha mai chiesto scusa». Ma la colpevole è la scuola tutta intera che, secondo Paolo Crepet intervistato da Simona Pletto su “Libero”, «va rivoltata come un calzino». Per la “Verità” «Scuola a pezzi». Per “Libero” la scuola è «distrutta: così è iniziato tutto. A contribuire al declino lo spazio dato ai genitori e la smania della sinistra di uniformare». Con buona pace di Gaber. © riproduzione riservata
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