martedì 18 luglio 2006
Titolone su "Libero"(15/7, p. 19): "Milingo, idolo dei preti sposati: 'sarò il vostro apostolo'". "Idolo"? Giudizio cialtronesco che offende tanti che farebbero volentieri a meno di avere questo "apostolo" con le sue stranezze senza dignità che indebolirebbero anche la migliore causa. Errare è umano, ma il ridicolo è peggio. Vale anche ("Repubblica", 16/7) per il fondo di Scalfari che deplorando il fatto che i media danno poco spazio alla tragedia del Libano e troppo a Calciopoli e altro, scrive che il suo "non è moralismo" e subito aggiunge il bersaglio fisso: "il papa fa notizia quando muore e quando viene eletto dal Conclave, ma le nostre televisioni ne parlano in continuazione, credo per riflesso condizionato. Insomma, siamo un po' provinciali"" Lui, serio e non moralista, dal 1978 al 2005 non avrebbe parlato di Papi! Bis del ridicolo. E sul punto varrà la pena di fargli notare che quel giorno "Avvenire" non solo apre sul Libano, ma gli dedica il fondo di prima pagina, un editoriale di p. 2 e sette pagine intere. Sempre domenica, sempre su "Repubblica", molto apprezzabile - e fa piacere scriverlo - un commento di Michele Serra con questo inizio ironico: "Mentre il Medio Oriente avvampa
e la Juventus sprofonda, non vorrei che sfuggisse ai lettori l'imperdibile crisi della Rosa nel pugno: si rischia di mancare una notevole occasione di intrattenimento (che) fa ridere e basta"Un partito nato tre mesi fa da una fusione, oggi discute la scissione"" Amara ironia: nessun moralismo, ma realtà. E sì: da certe parti si è un po' - o parecchio - provinciali, e il Papa non c'entra"
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