giovedì 15 gennaio 2009
II Domenica
Tempo Ordinario-Anno B

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù (...)
disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora (...) disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì " che, tradotto, significa maestro ", dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» " che si traduce Cristo " e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» " che significa Pietro.

Avere gli occhi di Giovanni. Vedere Gesù venire verso di noi. Riuscire a scorgerlo mentre viene sempre più vicino: Dio in cerca di noi, braccia inevitabili. Sentirsi desiderato e cercato, è solo questo che salva le malattie dell'anima.
La missione di Gesù è condensata da Giovanni in una frase sola: Ecco l'agnello di Dio. Parole folgoranti che a ogni Eucaristia noi rilanciamo verso i cieli e verso un piccolo pane. Ecco l'agnello, ecco l'animale dei sacrifici, l'ultimo nato del gregge, il sangue versato, il grido innocente che riempie ogni sera il tempio nell'ora dei sacrifici. Ecco l'ultima vittima, immolata perché non ci siano più vittime. L'ultimo ucciso perché nessuno sia più ucciso.
Dio non chiede a noi sacrifici, si sacrifica per noi. Non chiede offerte, è invece lui che offre se stesso in olocausto. Ecco l'agnello di Dio: ecco la morte di Dio perché non ci sia più morte. E noi possiamo solo affacciarci, con un senso di vertigine, ai bordi di questo abisso. Come i due discepoli di Giovanni che iniziano a seguire Gesù.
Che cosa cercate?: prime parole del Gesù storico, prime parole del Cristo Risorto: Donna, chi cerchi?
Domande. La storia del rapporto tra Dio e l'uomo è una storia di domande e di ricerca. Entrambi cercatori: uno d'amore, ed è l'uomo; l'altro d'amore, ed è Dio.
Con questa domanda Gesù si rivolge ai nostri desideri profondi, fa appello non all'intelligenza, non alla volontà, non alle emozioni o alle scelte, ma a qualcosa di più vitale e profondo ancora, fa appello al cuore. Cuore incompiuto. Gesù, maestro del desiderio, ti chiede di comprendere te stesso: che cosa ti manca, di che cosa hai fame, quale sete urge. Solo avviando queste risposte, troverai la tua identità, incompiuta e incamminata. Ogni cuore d'uomo porta scritto: più in là!
Gesù non chiede innanzitutto sacrifici, rinunce, impegni e sforzi. Ti chiede di entrare dentro te stesso, di conoscere il tuo cuore, di pellegrinare verso il tuo intimo, per capire che cosa ti appaga profondamente, che cosa sazia le profondità della tua vita, e ti dà gioia veramente. Inizio del Vangelo di Gesù. E di ogni cammino spirituale.
Dove abiti, Signore? L'esperienza cristiana è esperienza d'incontro, di relazione e poi di fedeltà. Si fermarono fino a sera: anch'io lo incontrerò solo se mi fermerò, se mi prenderò del tempo per l'ascolto del cuore, per l'ascolto di quelle domande che fanno viva finalmente la vita.
(Letture: 1 Samuele 3,3-10.19; Salmo 39; 1 Corinzi 6,13-15.17-20; Giovanni 1,35-42).
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