Evangelizzatore in India, testimone di fratellanza
giovedì 4 febbraio 2021
Il Vangelo getta ponti tra culture, consolida il legame tra popoli e rende evidente la fratellanza che lega l'intera umanità. A testimoniare questa affascinante sfida di mettere la Parola di Dio in dialogo con il mondo intero sono da sempre gli evangelizzatori e i missionari come san Giovanni de Britto, modelli e ispiratori per ogni battezzato. Nato a Lisbona nel 1647, João de Brito crebbe a corte, ma dovette allontanarsi a causa di una malattia: la madre fece il voto di vestirlo con l'abito dei Gesuiti per un anno se si fosse salvato. Giovanni, però, decise di diventare davvero gesuita ed entrò nella Compagnia a 16 anni. Nel 1647 era prete e, coltivando il sogno di imitare san Francesco Saverio e portare il Vangelo in Oriente, partì per l'India. Si dedicò all'evangelizzazione nei regni di Tangiore e Gingia, facendo propri lingue e costumi locali per poter conoscere meglio le persone a cui offriva la fede cristiana. Giunto nel regno di Marava venne cacciato, ma, dopo un breve periodo in patria, vi ritornò. Arrestato e condannato, fu decapitato a Oriur nel 1693.
Altri santi. Sant'Eutichio, martire (I sec.); san Gilberto di Sempringham, sacerdote (1083-1189).
Letture. Romano. Eb 12,18-19.21-24; Sal 47; Mc 6,7-13.
Ambrosiano. Sir 36, 24-28; Sal 127 (128); Mc 6, 33-44
Bizantino. 1 Gv 4,20-5,21; Mc 15,1-15.
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