Il suo martirio, fonte preziosa per il dialogo tra Est e Ovest
martedì 12 novembre 2019
La comunione è qualcosa di molto diverso dal moderno concetto di "standardizzazione", perché per i credenti, al contrario di quello che vale per il "mercato", essere uniti nella diversità è un valore, non un ostacolo. San Giosafat Kuncewycz è un testimone della ricchezza che nasce dal Vangelo e della bellezza della Chiesa capace di dare spazio e valorizzare ogni minoranza. Nato da famiglia ortodossa nel 1580 in Rutenia - regione passata dalla Russia al controllo polacco -, nel 1604 entrò tra i monaci basiliani e divenne prete nel 1609. Nel 1617 era arcivescovo di Polack, diocesi di rito orientale ma unita a Roma (gli "uniati"), e s'impegnò per il dialogo tra l'identità ortodossa e quella cattolica della sua terra. Un'opera che però gli costò la vita nel 1623: fu aggredito e ucciso da un gruppo di ortodossi tradizionalisti.
Altri santi. San Nilo il Sinaita, confessore (IV-V sec.); beato Giovanni Cini da Pisa, eremita (1270-1335).
Letture. Sap 2,23-3,9; Sal 33; Lc 17,7-10.
Ambrosiano. Ap 19,11-16; Sal 95 (96); Mt 24,45-51.
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