giovedì 26 gennaio 2006
L'altro ieri un ampio messaggio di Benedetto XVI proponeva il binomio giornali/verità, e ricordava che l'informazione globale può contribuire ad un mondo di giustizia e pace. Ieri "Libero" (p. 4) lo riduce così: "Il Papa ai giornali: difendete il matrimonio"! Strumentalità consueta: far vedere Papa e Chiesa arruolati nella lotta politica dalla parte "buona", la loro. Chi invece vede ormai il Papa come nemico fisso raddoppia la strumentalità con intenzione opposta. "L'Unità" (p. 10) al titolo riduttivo, "Ratzinger: giornalisti parlate di famiglia", aggiunge questo sommario: "Benedetto XVI: l'informazione sia parziale (sic!)". Una follia scoperta. Sottotraccia, invece, quella di Corrado Augias su "Repubblica" (p.20): un lettore che si dichiara ateo gli fa osservare che non è laicità, ma laicismo, volere che la Chiesa "resti solo nella sfera privata" e non possa parlare liberamente dei problemi dell'uomo, e lui, in evidente difficoltà, inventa che sta col Vaticano II, che "non escluse" il diritto della Chiesa di intervenire su tutto, ma "limitò questi interventi alla coscienza dei credenti e di tutti coloro che liberamente riconoscono nella Chiesa un'autorità morale". Perciò il "laico" Augias trova scandaloso che oggi "per affermare i suoi principi la Chiesa non parla più ai suoi fedeli, ma direttamente e in modo ostentato ai responsabili politici" come ha fatto il Papa ricevendo di recente Veltroni, Marrazzo e Gasbarra con le Giunte di Roma. Un genio! Le tre giunte chiedono udienza in Vaticano e il Papa deve tacere, o dire del "tempo che fa", come un Fazio qualsiasi. Sotto traccia, ma sempre follia"
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