sabato 22 dicembre 2007
«Sappiamo bene che la "famiglia", la nostra famiglia, è il luogo principe delle violenze maschili sulle donne». Così su "Liberazione" (20/12, p. 1) il sottosegretario alle Pari Opportunità, Donatella Linguiti. Bel gioco di parole: famiglia è violenza. Ma allora perché tanto impegno affinché anche ufficialmente ci siano sempre più "famiglie", quindi più "violenze maschili"? Pretesa: ogni coppia di fatto " etero o omo non conta " sia considerata "famiglia". Protesta: così non è ancora. Ma poi è sempre colpa della famiglia, della "nostra famiglia" per ogni violenza anche in una coppia di fatto. E con la firma del governo! Qualcosa nel senso del reale si è inceppato. Infatti tanto rumore sui "registri delle unioni civili": sono l'ombelico del mondo; su essi si decide ogni progresso. Ma la realtà? Eccola: «Unioni civili, dieci anni di registri, ma in Toscana nessuno si iscrive» ("Repubblica", 20/12, p. 10). Con i numeri: in tutta la regione un centinaio su 20.000 coppie di fatto. Il 5 per mille! Però, stesso articolo, leggi che a Roma si è commesso «un errore grossolano», e occorre portare il problema in Parlamento e "Il Manifesto"(p. 7) titola: «Unioni civili, Veltroni nella bufera». Superbi del loro 5 per mille! L'altro 995 vale niente, e il solito Boselli spara su "Epolis": «Unioni civili: Veltroni è influenzato dal Vaticano». Bizze infantili fanno millantare fissazioni antiche come "laicità". Ha ben ragione in tema il senatore Ds Giorgio Tonini ("Unità", p. 1) a ricordare che occorre «Parlare a tutto il paese»! Già: a parlarsi da soli, e per il 5 per mille, non si va lontano.
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