sabato 22 ottobre 2011
Piangeva un poco quando ha sentito per la prima volta cosa è il freddo e intuito la grande luce che le veniva gettata addosso. Ma si consolò quando le sembrò di ritornare nel noto calore appena pensò che le braccia che la stringevano dovevano essere quelle di una mamma. E infatti era sua madre che la chiamò subito Gemma, come qualcosa di prezioso per lei, per la famiglia, per il mondo tutto. La sua umanità era stata rispettata, l'ovocita fecondato aveva avuto il tempo di dar vita ad un individuo umano. Lei non sa a quale pericolo avrebbe potuto andare incontro, ma adesso sembra già sorridere nei suoi panni rosa, a quella via che noi le abbiamo preparato, ma che sarà nelle sue mani, domani. Un bimbo che nasce è un dono di positività per il mondo anche se troppo spesso non lo riconosciamo, non gli diamo quel valore immenso che racchiude lo spirito che è in lui, la volontà di vincere, la voglia di sfida, il gusto della bellezza, l'amore che brucia. Per lui saremo tutti responsabili se continuiamo a non rispettare la natura, se raccogliamo montagne di immondizia, se sporchiamo l'acqua che la terra ci regala fresca e pulita. Guardiamo ogni figlio che nasce come nostro fratello e dimentichiamo il colore della nostra pelle se è diverso dal suo.
Anche il soldato Shalit ha una nuova vita davanti a sé dopo cinque anni di prigione. È alto, magro, porta gli occhiali e non sappiamo quali siano state le sue sofferenze per essere lontano dalla sua terra, dalla casa, dal tipo di vita che aveva sognato. Anche per lui abbiamo preparato tempi differenti da quelli che aveva lasciato, allora giovane ragazzo. Forse tutto gli parrà nuovo, forse più difficile da affrontare. Davanti a sé ha di nuovo tempi di guerra, ma aiutiamolo a godere di questa sua piccola pace senza ricostruirlo con le nostre macchine fotografiche, con i troppi articoli sui giornali, con le continue immagini sulle televisioni, in qualcosa di diverso dalla persona che intendeva essere. Impariamo a rispettare la vita privata di ogni essere umano senza farne, come succede da qualche anno con i processi proposti dalla tv dei delinquenti o degli onesti coloro che dovrebbero essere giudicati solo dalla magistratura e non dall'emotività di un pubblico che detta giudizi seduto in poltrona a casa, o mentre consuma un pasto in piedi nel bar.
Infine ringraziamo la provvidenza se abbiamo una fede, qualunque fede che dà fiducia nella realtà del soprannaturale, che ci aiuta a incominciare o a riprendere la vita. Privi di un senso religioso non troveremmo altra soluzione alle nostre difficoltà che cercare di perderla in qualsiasi modo, tale deve essere il buio di chi non ha questa solida speranza.
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