martedì 10 aprile 2012
Per diciotto anni abbiamo avuto in casa una gatta. L'avevamo raccolta dalla strada e le abbiamo aperto un vero nido familiare. L'abbiamo accudita in tutte le sue esigenze, l'abbiamo nutrita bene, l'abbiamo curata quando si ammalava, le abbiamo spazzolato il pelo perché fosse pulito e lucente. Il veterinario la controllava regolarmente, le esaminava i reni, il cuore, i denti e le orecchie. Le prescriveva medicinali e diete e a noi somministrava consigli d'ogni genere per conservare inalterato il suo benessere. Non l'abbiamo mai lasciata sola. È venuta con noi in vacanza, quando qualcuno si assentava c'era sempre qualcun altro che l'assisteva, siamo stati sempre attenti perché non si mettesse in pericolo uscendo sulla strada. Aveva un nome, naturalmente. Un nome che veniva pronunciato con affetto e tenerezza. E ci emozionava quando veniva ad accoglierci al ritorno dalla spesa, con il miagolio di una cui sei tanto mancato (così ci piaceva credere). Quando si arrotolava nella sua cesta, o sulla copertina disposta per lei su un letto e si addormentava, nessuno osava disturbarla: a costo di camminare in punta di piedi e di parlare a bassa voce nella zona della casa dove lei sognava i suoi sogni di gatta. A volte si accoccolava in grembo, a volte guardava con noi dalla finestra il tramonto del sole o il sorgere della luna. E la osservavo con curiosità e simpatia quando la vedevo intenta a seguire i voli frenetici delle rondini in primavera, o il cadere lento della neve in inverno. Nessuno l'ha mai rincorsa per farle del male, nessuno l'ha mai ferita neppure involontariamente. Era bello vederla seduta al mio fianco quando scrivevo o quando leggevo, in un silenzio che lei godeva quanto me. A questo punto avrete capito che amo gli animali, rispetto gli animalisti, ammiro le gattare che dedicano la loro vita ai gatti randagi. Ho sempre incoraggiato nei miei alunni l'amore e il rispetto per cuccioli e mici. Ma non ho mai mancato di ricordare loro che gli esseri umani, a partire dai bambini, meritano ben più delle cure e della dedizione che offriamo ai nostri amici animali. Bisogna che non lo dimentichino soprattutto i grandi, che qualche volta si abbandonano a un fanatismo esagerato.
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