giovedì 21 aprile 2011
Ancora furbizie, tra (quasi) innocenti e matricolate. Dopo quella di "Habemus Papam", interessante solo perché la fragilità umana che ne è tema è quella di un Papa, resistono e raddoppiano quelle matricolate, e perciò dilaga l'autopubblicità del Flores. Lui ha per anni vantato un dialogo con il futuro Papa " che però poi, non avendo fatta sua la "luce" che veniva da "Micromega", si è visto affibbiare il titolo «Ratzinger: ritorno all'oscurantismo» ("Il Fatto", 5/11/2010, p. 12) " e ora dedica un numero a mitraglia al Papa passato. Due salti in alto: per non sentirsi troppo giù! E senza confini: eccolo quindi che ieri, per fare ancora notizia ("Unità", p. 23 intera e Corsera", p. 11) se la prende con Massimo D'Alema, che ha ben ragione a fargli notare la sua «logica stalinista» che mette tutti sotto accusa per auto esaltarsi, moderno Farinata nell'attuale inferno italiota, «dalla cintola in su». È l'estremismo perpetuo di chi sa di essere visibile solo se si arrampica su chi è più in alto. La furbizia "matricolata" ed estremista è a vuoto, ma abbonda. Sul "Fatto" per esempio (19/4, p. 1: «I silenzi di C. & C.») scopri che Marco Politi a nome di altri " tanti o pochi lo sa solo lui " vorrebbe che la Chiesa, per conto di Parlamento ed elettori italiani risolvesse il problema B. Perciò se parla liberamente un arcivescovo è troppo poco! Se «Il giornale dei vescovi» scrive che «il processo breve non diminuirà la lentezza della giustizia», non basta! Per questi furbi matricolatissimi si tratta solo di inutili «equilibrismi alla Don Abbondio»! I moderni Don Rodrigo sono sempre in cerca di "bravi" su cui salire per farsi vedere «dalla cintola in su». Invano!
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