Sopportò il supplizio e non rinnegò la fede
giovedì 18 febbraio 2021
I suoi studenti ad Annecy lo chiamavano "biblioteca vivente" a causa del suo amore per lo studio, ma san Francesco Regis Clet morì lontano dai libri, in terra straniera, versando il sangue solo perché testimone del Vangelo e diventando così una pagina viva del libro per lui più importante di tutti. Era nato nel 1748 a Grenoble e nel 1769 era entrato nella Congregazione della Missione, fondata da san Vincenzo de' Paoli. Nel 1773 era prete e poi insegnante di teologia morale nel Seminario di Annecy. Nel 1788 venne chiamato a guidare il Seminario vincenziano di Parigi, dove visse la prima fase della Rivoluzione francese. Nel 1791 chiese di essere inviato in Cina come missionario: arrivò a Macao, colonia portoghese, proprio quando il clima nei confronti dei missionari si stava inasprendo. Sfuggì alla prima ondata persecutoria tra il 1805 e il 1811, ma fu nel 1819, mentre si trovava a Wuhan, che venne denunciato da un cristiano rinnegato per soldi. Arrestato, torturato, imprigionato per mesi, non rinnegò mai la propria fede e per questo venne ucciso, strangolato, il 18 febbraio 1820.
Altri santi. Sant'Elladio di Toledo, vescovo (VII sec.); santa Geltrude Comesoli, religiosa (1847-1903).
Letture. Romano. Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25.
Ambrosiano. Qo 9,7-12; Sal 5; Mc 13,9b-13.
Bizantino. Aliturgico.
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