martedì 22 settembre 2015
Francesco a tutte pagine il 17 settembre scorso. Titolone su “La Nazione”: «La carezza del Papa alle donne… Non chiamatele più tentatrici»! «Bergoglio demolisce i luoghi comuni», «La donna tentatrice? È offensivo!»: così per tutti sul “Corsera” Gian Guido Vecchi. Su “Repubblica” anche un ottimo Enzo Bianchi. Colpisce invece il commento di Valeria Braghieri (“Giornale”, p. 1 e interno): «Revisionismo biblico. Se il Papa cancella Eva». Si sa: su quelle pagine Francesco è bacchettato di rigore, ed ecco: «La donna non è tentatrice», anzi «è una benedizione di Dio» per l'uomo? Sì, «tutto legittimo, ecclesiasticamente inappuntabile, teologicamente scontato. Ma socialmente deleterio, temiamo». Teme, Braghieri e si fa teologa: così il Papa «riduce il peccato originale a un luogo comune, toglie all'uomo la donna e la donna all'uomo. Peggio, le (forse “gli”? ndr) toglie Eva, che è quella che da sempre le (idem) ricorda di esserlo... Francesco la rende (solo) una moglie per bene... Perché certe dosi le ha messe Dio e di sicuro non le ha messe a caso. L'uscita di Francesco è... psicologicamente ingenua, per non dire pericolosa... Francesco dovrebbe lasciare al mondo la quota di peccato che gli è servita ad iniziare». Il rimando è a Genesi 3, e quindi accusa al Papa: come se cancellasse la Bibbia! Ho letto e rimandato la replica... Eccola: possibile che nessuno, tra tanta gente di classe che scrive sui giornali, abbia ricordato che “dare la colpa” alla donna non è solo Bibbia, ma cultura antica universale? “Elena e la mela”: guerra di Troia! Pandora e il vaso che libera gli spiriti responsabili di tutti i mali. Torniamo ai Papi. Un secolo fa un Papa così: «La donna? Che la piasa, che la tasa, che la staga in casa!». Oggi il Papa elogia e difende le donne: è vicario di Cristo, anche se contraddice Omero.
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