Fondo Clero, "spiragli" nel bilancio del 2019
giovedì 30 luglio 2020
Prosegue, costante, il "rosso" nel bilancio del Fondo di previdenza per il clero, in buona compagnia con altre gestioni dell'Inps, artigiani, commercianti, coltivatori diretti ecc. I dati a consuntivo della previdenza sacerdotale per l'anno 2019 registrano un esercizio economico (il singolo anno) e uno stato patrimoniale (somma dei deficit precedenti) entrambi in sofferenza. Il documento di bilancio ufficiale a chiusura della precedente gestione è stato approvato il 16 luglio dal Comitato di Vigilanza del Fondo. Nel rispetto delle misure anti Covid la seduta del Comitato si è svolta in conference call.
La gestione 2019 ha registrato 31 milioni di euro di entrate e 91 milioni di uscite, chiudendo con due risultati negativi: - 44 milioni nell'esercizio economico e -2.260 milioni nello stato patrimoniale.
Le entrate sono costituite essenzialmente dai contributi versati dai sacerdoti iscritti, direttamente o tramite l'Istituto centrale del sostentamento del clero, compresa una modesta quota di contributi volontari (107mila euro). La cassa registra anche una voce positiva (in realtà una partita di giro per 16 milioni di euro incamerati di diritto dalla Gestione) rappresentata dalla trattenuta di un terzo della pensione del Fondo a carico dei pensionati bititolari. La ritenuta complessiva del terzo supera di oltre il 50% le entrate contributive.
Per pagare gli assegni mensili ai 12.236 sacerdoti pensionati sono stati impegnati 91 milioni di euro. Mediamente la pensione annuale si è attestata a 8.285 euro.
Necessitano particolari analisi alcune rilevanze, come il numero degli iscritti, in costante riduzione da diversi anni, complici diversi fattori (invecchiamento generale, una squilibrata produzione legislativa ecc.). Tuttavia già dal 2018 l'Inps ha registrato 17.900 iscritti, dato confermato per il 2019, con un aumento dal 2017 di sole 10 unità, modesto ma indicativo di una diversa tendenza. Spicca inoltre da alcuni anni una caduta a picco dei pensionamenti a causa della speranza di vita aggiunta dall'Inps nel Fondo, sebbene l'età per la pensione di vecchiaia ordinaria a 68 anni, in vigore sin dal 2003, sia superiore all'indice di speranza ora applicata nell'assicurazione generale. Con l'approvazione del bilancio, il Comitato di Vigilanza ha quindi auspicato l'adozione di un'equa soluzione interpretativa delle regole Inps.
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