giovedì 12 aprile 2012
"Follie" al veleno. Capita che Malpelo sia d'accordo persino con Augias che ieri – "Repubblica", p. 29: «Se la follia entra a Palazzo» – ricorda la scena della vicepresidente del Senato che impazzava infuriata. Consenso facile, ma pur sottile arriva il veleno. Augias infatti segnala che nella circostanza, con quella furia, fu approvata «la legge Gelmini sulla Scuola» e si sa come da quelle parti è sempre e comunque trattato il tema della scuola, mai ricordando che per legge in Italia anche la scuola paritaria, quindi anche quella non statale di ispirazione cattolica, è "pubblica", e che la Costituzione non vieta finanziamenti pubblici per il suo funzionamento. Se leggi con un po' di senso critico fai presto a pensar male. Sempre per i "veleni" ieri sul "Fatto" (p. 13: «Gunter Grass, Israele e il giovane Ratzinger») Marco Dolcetta sull'onda delle polemiche su recenti dichiarazioni anti israeliane dello scrittore, ne ricicla una fantasia raccontata nel suo "Sbucciando cipolle" circa un lontano incontro con un ragazzo «di nome Joseph», da lui individuato nel giovane Ratzinger per il fatto che parlava «a voce bassa, anzi sommessa» e «con accento piuttosto bavarese». Non solo, ma «diceva che esiste una sola verità… insellava (sic!) un dogma dopo l'altro (e) citava S. Agostino». E lui, Grass? «Io esclamavo: ma Joseph, non avrai in mente di fare il grande Inquisitore o qualcosa di più?». Non basta: il "Nobel" lo racconta alla sorella che lo conosce, sa che è un fanfarone, non ci crede e si burla di lui. Invece al "Fatto" ci credono con… Dolcetta e colgono l'occasione per ripetere che «i due», quindi anche il giovane Joseph, sono «ex Ss». Ma questa è una menzogna secca. Bugie tedesche, e veleni di "Fatto" tutti italiani.
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