Focus: indagine sulla Terra che sarà
sabato 25 giugno 2022
La stagione estiva favorisce i documentari, che poi, come dicevamo l'altro giorno, sono anche il genere che meglio si adatta alla tv. Ecco allora che tra i vari palinsesti ci si può imbattere in titoli accattivanti come La Terra dopo l'uomo, serie televisiva statunitense (il giovedì alle 21,15 su Focus) che comprende venti puntate sia pure un po' vecchiotte (risalgono al 2008-2010). Ma cosa accadrebbe sulla Terra se l'umanità dovesse scomparire resta una bella domanda. Per di più la puntata di giovedì scorso partiva dalla “Cripta della civiltà” immaginando che venisse aperta il 28 maggio 8113, due giorni dopo la scomparsa dell'uomo. La “Cripta della civiltà” è una stanza che contiene tutto ciò che c'è da sapere sulla nostra civiltà, dagli albori della vita umana fino al 1930, posta nel seminterrato della Oglethorpe University, nei sobborghi di Atlanta, in Georgia. Fu sigillata ottant'anni fa con il divieto a chiunque di entrare per i prossimi seimila anni. Ma al di questa storia, decisamente curiosa, il documentario finisce poi per concentrarsi troppo su quello che accadrebbe alle nostre città soprattutto dal punto di vista delle strutture una volta sparito l'uomo. Il Gherkin, il grattacielo di Londra che assomiglia a un cetriolo, diventa l'oggetto simbolo di questa ipotesi, che si dice basata sui reperti e le prove accumulate in seguito all'abbandono di alcune aree abitate. In poche parole dopo la scomparsa dell'uomo le trentamila tonnellate d'acciaio del Gherkin sono destinate a crollare in breve tempo, così come il Cenacolo leonardiano in Santa Maria delle Grazie a Milano, data la natura dell'affresco, si sgretolerebbe dopo appena sessant'anni senza la presenza di esseri umani. Insomma, tutte questioni più tecniche che esistenziali. Interessanti, ma poco coinvolgenti.
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