sabato 27 settembre 2014
Venerdì di Repubblica ieri (p. 95) elogi raffinati per «la saggezza» del libro di Armando Massarenti: «Istruzioni per rendersi felici». Primo pensiero: «rendersi» o rendere? Non ci sarà il rischio di pensare una felicità tutta per sé, paradiso individuale e solitario? Ma si sa: la modernità celebra l'individualismo. Vai avanti e leggi che «la saggezza comprende ovviamente le scienze, e nel volume si affacciano qua e là riflessioni prese dall'etologia… Per esempio i bonobo, gli scimpanzé pigmei dai quali «una minima differenza ci separa». Minima? Come per esempio tra una banana e la cucina di Gualtiero Marchesi, "maestro degli chef", per non parlare di Divina Commedia o di "Toccata e Fuga" in re minore di Bach? Sì! Anzi, rivelazione: i bonobo sono «più avanti di noi, a quanto pare, nella capacità di risolvere i conflitti attraverso l'amore: hanno preso sul serio lo slogan "Fate l'amore, non la guerra"»! Davvero «l'amore» fisico modello di felicità? Dirai che da due o tre millenni anche qualcun altro ha iniziato a rivelare che l'Amore è addirittura il nome supremo e l'essenza di Dio, che «ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Suo, per la salvezza del mondo». Non era un bonobo? Differenza minima.
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