giovedì 22 marzo 2007
Tanti sicuri, in pagina: questa Chiesa di Benedetto XVI è più chiusa, più integralista, più dura che mai prima. Martedì su "Liberazione" (p. 6) - "Caso Sobrino, quando il Vaticano muove gli Squadroni della morte" -, Enzo Mazzi mette la Santa Sede sullo stesso piano degli "squadroni della morte" in Salvador per condannare l'intervento con cui la Congregazione per la Dottrina della Fede ha mosso alcune osservazioni di contenuto all'opera teologica del gesuita Jon Sobrino, in particolare sulla mancanza dell'affermazione chiara della "divinità di Gesù Cristo". Nessuna sanzione, nessuna pena, nessuna privazione del titolo di teologo cattolico, solo una forte preoccupazione manifestata per anni, e per anni inascoltata, che chiede al teologo cattolico maggiore chiarezza sulla divinità di Cristo, che fa parte dell'essenza della fede non solo cattolica, ma cristiana. Che ci sta a fare la Congregazione della Fede se non fa questo? Tra l'altro il documento vaticano è stato presentato dal gesuita Federico Lombardi, confratello di Sobrino, con parole di stima e apprezzamento per lui. Cose da Squadroni della morte? Questa Chiesa è più dura che mai in passato? Mi scuso, ma può servire" Da un libro del vaticanista Benny Lai, di prossima uscita per Rubbettino (p 498): "È bastato che Don Giovanni Gennari dichiarasse di non ritenere opportuno il referendum antidivorzio, pur riconoscendo alla Chiesa il diritto di difendere l'indissolubilità del matrimonio, per essere punito: gli hanno tolto la cattedra all'Università Lateranense, Benelli non perdona". Era l'aprile 1974. È bastato. Che dovrebbe succedere, oggi?
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