venerdì 1 ottobre 2010
Per chi non lo sapesse (ma chi mi legge e m'ascolta lo sa) io sono il fondatore e (fino a l'altro ieri) unico aderente al Movimento "Liberate Eto'o, nato per contrastare "quelli che il 4-3-3", ovvero quella maggioranza informe e strepitante che riduce il calcio a moduli, gli uomini a numeri, le idee a schemi. Per loro, Eto'o non è uno dei più grandi attaccanti in circolazione (oltreché un uomo intelligente, educato, immagino anche colto) ma un dettaglio nel modulo e negli schemi di Rafa Benitez, a sua volta non solo uno dei più grandi allenatori del mondo ma anche un uomo intelligente, educato, sicuramente colto. Ci siamo rapidamente confrontati in diretta tivù, il sabato sera dopo Roma-Inter, e avendo già avuto modo di gridare «Eto'o libero!», ho pensato bene di esternare al nuovo tecnico nerazzurro la mia convinzione che il camerunese abbia il diritto - a tutto favore dell'Inter - di tornare a fare l'attaccante a tempo pieno. Aggiungevo: la punta, il bomber. Benitez ha ridato armi e onore al ragazzo scaricato da Guardiola (!), letteralmente strumentalizzato da Mourinho in un concerto tattico mirabile che, sì, ha fruttato all'Inter la famosa Tripletta, ma ha svuotato di personalità tanto Eto'o quanto Milito; e il Principe non s'è ancora ripreso. Benitez non aveva naturalmente bisogno di ascoltare il mio appello: aveva già sentito - e in termini perentori - quello del camerunese e, nel ridisegnare la tattica nerazzurra, aveva già provveduto a rilanciarlo in avanti, fra l'ala e il centro, così come aveva avuto modo di conoscerlo a Barcellona, Ora, non so quanto credito dare al crollo del Werder a San Siro, peraltro sapendo quanto i tedeschi sappiano essere avversari grintosi e fastidiosi per chiunque; e non credo che si debba esaltare oltre il lecito la tripletta di Eto'o: mi sia solo consentito di sottolineare la qualità dei suoi gol e del suo gioco che ha reso l'Inter irresistibile almeno per un tempo, convincendo i critici, i commentatori, forse anche gli opinionisti del 4-3-3, a invocare da Benitez una decisione irrevocabile: Eto'o stia lì, e non lo sposti più. Insomma, da un eccesso all'altro: questo campione ha già mostrato la duttilità tipica dei fuoriclasse e quando necessario saprà essere utile anche in altre fasi del gioco e zone del campo. Nel frattempo, è importante che sia stato liberato e destinato a far sapere a tutto il calcio italiano - quattrettristi compresi - che la ricerca tattica, cui personalmente son devoto, non può arrivare a snaturare i campioni. E non solo. Per questo sì - forte di millanta delitti di lesa classe commessi in passato - capirei uno sciopero dei pedatori!
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