mercoledì 7 novembre 2018
Due centri del Sud che affrontano medesime problematiche. Due città ricche di storia. L'una, Ercolano, famosa per gli scavi archeologici e i mille ottocento papiri filosofici che andarono carbonizzati nell'eruzione del Vesuvio del 79 d.c. L'altra, Riace, conosciuta per le due statue (di guerrieri) in bronzo di provenienza magno-greca. È questo il filo rosso di partenza su cui adesso si vuole suggellare una sorta di gemellaggio basato sui princìpi di accoglienza e di umanità. Sull'onda della triste vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, il suo omologo della cittadina partenopea, Ciro Buonajuto, ha inviato una lettera al vicesindaco del Comune calabrese, Giuseppe Gervasi, per far partire un progetto che veda coinvolti gli istituti scolastici dei due centri come segnale di solidarietà, vicinanza e amicizia tra comunità nelle quali si crede saldamente al valore dei grandi princìpi umanitari.
«Da tempo – scrive nella sua missiva il sindaco Buonajuto – seguiamo le politiche di integrazione promosse dall'amministrazione di Riace e ancor più dopo le vicende che hanno interessato il sindaco, Mimmo Lucano, per questo riteniamo opportuno, doveroso e, soprattutto, umano rappresentare la nostra vicinanza all'intera comunità di Riace che in questi anni si è distinta come modello di accoglienza e integrazione». In questo momento – lascia intendere il primo cittadino di Ercolano – condividere il "modello Riace" vuol dire innanzitutto difendere la speranza. Quella speranza necessaria per costruire, come avvenuto in questi anni nella cittadina calabrese, una società aperta, inclusiva, ben regolata che valorizzi la storia di ogni uomo e ne rispetti la dignità.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI