domenica 13 maggio 2007
Equivoco trionfante ed ubiquo: quello per cui "laicità" non è distinzione tra "ciò che è di Dio" e "ciò che è di Cesare", ma cancellazione pura e semplice della valenza di "ciò che è di Dio" nella vita reale, a partire dalla coscienza dell'uomo concreto. Visto qui già ieri: il Rabbino capo della comunità di Roma ricorda la dottrina sull'omosessualità, e subito c'è chi scrive accusando: la comunità ebraica dice "addio" alla laicità! Questa dunque non è solo "distinta" dalla religione, ma diventa il suo opposto. E l'equivoco impazza. "La Stampa" (p. 13) venerdì riporta il celebre discorso di Kennedy del 12/9/1960, in cui egli, cattolico, affermava la libertà della sua coscienza di fronte ad ogni invadenza, anche religiosa, e così assicurava la sua fedeltà alla Costituzione "laica" degli Usa. Leggi e ti trovi d'accordo, ma visto il titolone - "JFK: io non obbedisco al Papa" - e soprattutto il commento, scopri che il giornale ha letto il testo così: "JFK: io disobbedisco al Papa"! Un falso lampante. Kennedy afferma la libertà della sua coscienza cristiana e cattolica, non dice che sempre e comunque dirà l'opposto di ciò che dice il Papa. Ma la lettura falsa, nero su bianco, va da sola, automatica e ovvia. Brutto segno! Se chi informa non capisce, o se capisce imbroglia, siamo messi male. P. S. "Riformista", venerdì, replica a Malpelo: la lettera di "coppia" ha sì tre firme, ma non è illogica: i due firmano anche per la figlioletta. Piccola obiezione: quante critiche al Battesimo dei bambini, coinvolti senza saperlo. Non vale anche per la richiesta di scomunica sbattezzo? O i "laici" possono quel che si rimprovera ai preti?
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