giovedì 15 settembre 2005
«L'ira del professore: 'Mi hanno voluto fraintendere'»: titolo, ieri ("La Stampa", p. 8). Romano Prodi dice che lui scrivendo quella lettera non pensava per niente né alle coppie gay né a Zapatero. Ma ha scritto a Franco Grillini eletto come leader dei gay italiani ed è un fatto che, mentre lui dice di essersi ispirato allo spagnolo Aznar, molti sono con il sen. Cesare Salvi, dei Ds, tutto contento - cfr ieri "Giornale" e "Repubblica" - perché anche da noi finalmente si cammina verso "il vittorioso programma di Zapatero". Se dunque "Avvenire" dice "equivoca" la posizione espressa dal leader dell'"Unione", non fa che constatare - giacché le intenzioni vere, qui in terra, le conosce solo l'interessato - la realtà dei fatti. E di più: Prodi è noto come cattolico e risulta essere oggi leader di un'alleanza tra più forze, in cui militano anche cattolici dichiarati, e che non esclude di chiedere il consenso anche ai cittadini cattolici. E' così, ma si può annotare che in questo momento si cantano inni, dentro l'alleanza, per l'adesione ad essa di Marco Pannella con il suo seguito sparuto, ma rumorosissimo? E ciò mentre lui in persona, dai microfoni della sua radio personale straripa a tutte le ore accusando la Chiesa delle peggiori nefandezze ricordando che al primo punto del suo programma pubblico c'è l'eutanasia, poi "matrimoni gay" e simili piccolezze, e dichiarando coraggioso (ieri "Repubblica", p.9): "non sono io, è la Chiesa il problema di Romano"? E Romano pare tacere, ma scrive a Franco Grillini: con quel che segue. Se ne è nato un equivoco è bene dichiararlo e chiarirlo. Ma la colpa è di Chiesa e cattolici come tali?
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI