giovedì 23 giugno 2011
Controsensi: leggi e subito sei fuori strada. Ieri p. es. "La Stampa", titolo a p. 5: «In arrivo decreto per le missioni, vale un miliardo». A prima vista, con occhio e orecchio personale che di "missioni" sente da decenni, pensi ai "missionari", da Cirillo e Metodio a Francesco Saverio, da Matteo Ricci a Massaia e Comboni e ti rallegri: fede e opere di bene.
No! Cose di guerra "sul cielo di Tripoli", non più «bel suol d'amore», e ("Osservatore Romano", p. 1) leggi l'apertura: «Altre vittime civili nei raid della Nato in Libia». Equivoci pesanti. Ce ne sono altri, da pregiudizio e fissazione: colto sul "Fatto", per esempio, il falso scandalo perché un francescano, in vista della visita del Papa ad Assisi, vuole parlare con il ministro dei Beni Culturali. E allora? Sempre ieri, su "Repubblica" il fondo di prima celebra «Il potere della verità». Sui giornali davvero poco.
Poi ci sono pagine trabocchetto. Sempre "Stampa", p. 7, leggi: «Bindi: per la Lega una bella figura… ». Sorpresa? No. Infatti seguono quattro lettere: «figuraccia»! A sorpresa, invece, sul "Messaggero" (p. 6) leggi una denuncia di «piccole mafie e privilegi» alla Rai, poi scopri che chi denuncia è persona in Rai da decenni, subito direttore di tg, poi presidente di nomina tutta politica, e da anni titolare di un programma privilegiato tutto suo, e ti chiedi che senso hanno, ormai, tante parole. Risposta difficile, se ancora ieri tocca leggere: «Il berlusconismo è finito…» ("Il Foglio, p. 1) e «Toh, il berlusconismo è vivo» ("Il Tempo", p. 1). Aveva ragione quello che diceva: «Non leggo mai un giornale che ha le mie stesse opinioni: le troverei deformate»? Bel dubbio…
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