giovedì 15 novembre 2007
Sappiamo da ieri, noi, che il prof. Marcello Cini, "emerito" della Sapienza " ove ha insegnato 50 anni " è arrabbiato dal 1° novembre. Ha saputo dall'Apcom, lui, che «all'inaugurazione del 705° anno accademico della Sapienza» ci sarà una "lectio magistralis" di Benedetto XVI, ma «non ci sarà più» il ministro Mussi. Ieri quindi ("Manifesto", p. 12) ha sparato una pagina di rimproveri al Rettore Magnifico. Tradimento! Lei è lì «eletto con il contributo determinante» dei laici. Incoerenza! Ratzinger è teologo, ma «alla Sapienza non si insegna teologia, e di teologia non c'è traccia nelle università moderne, per lo meno in quelle pubbliche degli stati non confessionali». Degrado storico! Invitare il Papa in un'università laica è «salto indietro nel tempo di trecento anni e più», atto di micidiale «pericolosità» che «nasconde sotto lo zerbino le Crociate, i pogrom contro gli ebrei, lo sterminio degli indigeni delle Americhe, la tratta degli schiavi e i roghi dell'Inquisizione»! Sì " concede il buon Cini " «la Chiesa ha cambiato strategia: non potendo più usare i roghi ha imparato da Ulisse e usa la ragione per entrare nella cittadella della conoscenza scientifica e metterla in riga», ma sempre quella è! Secco, sconsolato e indignato, il Cini. Che dire? Che fa tanto ridere: perché si fida di certe agenzie, poi perché se il Papa sarà lì, ci sarà come vescovo di Roma e successore del Papa che il 20 aprile 1303 fondò quella Università e non terrà una lectio magistralis, e infine perché ignora che quasi solo in Italia nelle università pubbliche non c'è teologia. "Emerito"? Omissis"
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