Rispondere alle ingiustizie «disarmando» i prepotenti
giovedì 4 luglio 2019
Rispondere ai torti subiti o alle infedeltà con la forza della fede non significa sottomettersi ai soprusi degli altri. Anzi, è proprio quella del Vangelo la risposta più coraggiosa, perché svuota e rende insignificante ogni prepotenza. In quest'ottica visse sant'Elisabetta di Portogallo, che seppe essere moglie paziente e amorevole, ma anche guida saggia e autorevole. Nata a Saragozza in Aragona nel 1271, era figlia del re di Spagna Pietro III e a 12 anni andò in sposa a Dionigi, re del Portogallo. Ebbe due figli, ma si trovò accanto un marito infedele; in famiglia come in politica fu una preziosa mediatrice. Alla morte di Dionigi nel 1325 donò tutti i propri beni ai poveri, andò pellegrina a Santiago di Compostela e poi si ritirò, come terziaria francescana, nel monastero delle clarisse di Coimbra, da lei stessa fondato. Morì nel 1336 a Estremoz in Portogallo.
Altri santi. Sant'Ulrico, vescovo (X sec.); beato Piergiorgio Frassati, laico (1901-1924).
Letture. Gen 22,1-19; Sal 114; Mt 9,1-8.
Ambrosiano. Nm 20,22-29; Sal 104 (105); Lc 6,20a.24-26.
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