Il suo «volo tra gli astri», icona della vocazione di tutti
sabato 20 luglio 2019
Gli occhi degli uomini sono da sempre puntati al cielo, a quegli astri verso cui si sentono chiamati da antica vocazione. Questa chiamata "all'alto" nella visione cristiana è ciò che costituisce l'essenza profonda dell'umanità. Tra le icone che ce lo ricordano c'è il profeta santo Elia, vissuto tra il X e il IX secolo a.C. in Palestina. «Il mio Dio è Jahvè» è il significato del suo nome ma anche il senso di tutta la sua azione: sotto il regno di Acab, che aveva imposto il culto di Baal, Elia ricordò agli uomini la potenza di Dio. La sua vita, narrata nei Libri dei Re, fu contrassegnata di diversi segni miracolosi ma anche da momenti di sconforto. Scelse il suo discepolo, Eliseo, gettandogli il mantello e infine fu "rapito" in cielo su un carro di fuoco. Oggi che si celebra il 50° dall'allunaggio ci ricorda che ogni conquista dell'uomo dev'essere un modo per celebrare Dio.
Altri santi. Sant'Apollinare di Ravenna, vescovo e martire (II-III sec.); san Frumenzio, vescovo (IV sec.). Letture. Es 12,37-42; Sal 135; Mt 12,14-21. Ambrosiano. Lv 25,1-,17; Sal 98 (99); Rm 13,11-14.
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