domenica 26 febbraio 2006
Il Consiglio regionale del Veneto sta per varare una legge che prevede l"obbligo di esporre nei consultori e nei reparti di ostetricia e ginecologia pubblici e privati materiale informativo (fornito dai movimenti aventi come fine "l"aiuto" alle donne in difficoltà orientate ad abortire) "sui rischi sia fisici che psichici a cui si espone la donna con l"interruzione di gravidanza"» e "«le alternative all"aborto". Gli stessi movimenti potranno entrare nei reparti, nelle sale d"aspetto e negli atri degli ospedali» e chi glielo impedisse subirebbe «sanzioni». Questa è la lettera di un avvocato di Venezia a Corrado Augias (La Repubblica, giovedì 23), il quale risponde dando fondo ai suoi pregiudizi e aprendo un vero processo alle intenzioni: «La finalità di questa legge è chiara: spaventare le donne soprattutto le più umili, le meno informate, agitare spauracchi per indurle a rinunciare all"aborto. Non ci sarebbe nulla di male e anzi parecchio di bene, in una pratica del genere, se i colloqui fossero puramente informativi e non terroristici, se si svolgessero con la pregiudiziale che alla fine prevarrà comunque la volontà della donna e che in alcun modo questa volontà sarà influenzata o distorta con lusinghe o minacce». Augias non sa che questi colloqui corrispondono esattamente all"ipotesi che lui pregiudizialmente scarta. E siccome aggiunge che «per raggiungere queste finalità ci sono già i consultori», il suo sdegno diventa umorismo nero. Non una relazione ministeriale, in quasi 30 anni di aborto legale, ha riferito di qualche donna che, grazie all"aiuto dei consultori pubblici, abbia rinunciato ad abortire (su 4,5 milioni di aborti), mentre l"aiuto e la condivisione dei volontari dei Centri di aiuto alla vita hanno salvato settantamila bambini, senza che nessuna delle loro madri si sia mai sentita forzata né si sia pentita di non aver abortito. «Questo " conclude Augias " è esattamente uno di quei casi in cui si misura il rispetto degli altri, la civiltà di una convivenza». Parlava della sua risposta?
STATO LAICO IN CROCE?Per i crocifissi nelle scuole, Emanuele Macaluso scrive che «in Italia non c"è ancora uno Stato di diritto laico» (Il Riformista, martedì 21). Non ha letto la sentenza (da manuale) della Corte Costituzionale n. 203 del 1989: «Il principio di laicità quale emerge dagli articoli 2, 3, 7, 8 e 19 della Costituzione, implica non indifferenza dello Stato di fronte alle religioni, ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione in regime di pluralismo culturale».
BAMBINI PRODIGIO L"altra settimana Umberto Galimberti su La Repubblica delle donne (sabato 11) aveva rivelato che lui non crede perché della religione comprese tutto già «da piccolo» quando, al catechismo, gli parlarono del Limbo. Ora è Paula Fox, scrittrice newyorkese, che spiega a Liberazione (martedì 21) il suo ateismo: «Avevo 10 anni e cantavo nel coro della chiesa, poi un ragazzo che aveva incollato con un chewing gum le pagine degli spartiti mi fece passare l"entusiasmo». Quando si dice i bambini prodigio...
L"ESTRO PERDUTOSecondo Lidia Menapace (Liberazione, mercoledì 22) gli esseri umani praticano il sesso «per piacere e non per natura». La prova? «Gli Umani tra tutti i mammiferi hanno perso circa diecimila anni fa l"estro delle femmine» e da allora «nella specie umana la riproduzione non è più governata dall"istinto». Domanda: quanti anni ha la Menapace per ricordarsi della perdita dell"estro?
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